L'Editoriale

Domenica 21 maggio si celebra la 57ma Giornata per le Comunicazioni sociali, qualcosa che può sembrare riservato e interessante ai soli addetti ai lavori: non è così. Dato che si comunica per dire, e ai più possibile, quel che si dice, si spiega, si annuncia e si racconta ha un peso grande. Non a caso la stampa è stata definita il quarto potere a sottolineare l’incisività, nel bene e nel male, del suo operato 

L’Oms ha dichiarato che è in virtù del calo della mortalità e dei ricoveri che l’emergenza può dirsi finita ma ha comunque invitato a non abbassare la guardia poiché “il Sars Covid 2 è ancora un problema sanitario consolidato e in corso”. Un virus che ha ucciso 190mila persone in Italia e una cifra tra 7 e 20 milioni nel mondo

Nel viaggio di papa Francesco in Ungheria di fine aprile non poteva mancare un richiamo possente alla pace. Lo ha fatto con una domanda: "Pensando alla martoriata Ucraina mi chiedo dove sono gli sforzi creativi di pace?". (foto Vatican Media / Sir)

L'ultimo rapporto di Save the Children, “Non è un gioco”, lancia un allarme Italia: 336mila ragazzini tra 7 e 15 anni, pari al 6,8% della popolazione di quella età (1 minorenne su 15), ha avuto esperienze lavorative. Il che comporta abbandono scolastico oggi e, domani, incertezza lavorativa

Di fronte alla evidente complessità della questione il raziocinio (“non possiamo accoglierli tutti”) e lo slancio umanitario (“non si possono lasciare in mare”) devono necessariamente prendersi in reciproca considerazione e venirsi incontro.

Sono questi i giorni in cui si ricorda anche il sessantesimo anniversario della Pacem in terris (11 aprile 1963), scritta dal papa santo Giovanni XXIIIUn’enciclica che celebrò quello che, prima del 24 febbraio 2022, era stato il momento più critico del secondo dopoguerra, quando per la crisi di Cuba la minaccia nucleare si era fatta tanto reale da indurre il papa ad un estremo appello, allora fortunatamente accolto da Kennedy e da Kruscev.

Carissimi fratelli e sorelle, non è facile neanche quest’anno farsi gli auguri per una buona e Santa Pasqua... La tentazione di credere che tutto sia perduto e che non ci sia più speranza per l’umanità è davvero costante... Ma un cristiano non può ragionare così!

 “Se i paesi d’Europa oggi non condividono questo principio etico della pace – ha dichiarato papa Francesco- allora vuole dire che si sono allontanati dal sogno originario”. Come a dire, che non si può essere europei senza amare la pace, senza averla come meta prima e ultima, come bene supremo indiscutibile e irrinunciabile. Questo sì, da esportare.

Bambini bottino di guerra e ragazzini come futuri soldati forzati sono abomini che non si commentano. Auguriamoci che ad esprimersi possano essere i giudici del Tribunale dell’Aja. Auguriamoci che il mandato di cattura internazionale emesso contro Putin possa portarlo a rispondere di quanto commesso in modo che emerga ogni responsabilità rispetto alle accuse

Iran: oltre cinquemila studentesse avvelenate a scuola. Afghanistan: scuole chiuse per le bambine.  Che cosa temono coloro che governano le citate nazioni da una donna che studia? E quanto avrebbero piuttosto da temere il lasciare nell’ignoranza la metà delle popolazioni che guidano e le madri dei figli che faranno nascere?

Se ogni epoca ha i suoi orrori questi sono quelli a nostro carico e di fronte ad ogni orrore c’è chi lo subisce, chi lo perpetra e chi resta a guardare. Ma ci deve essere anche chi trova il modo di dire che così non va e indica o cerca la via o invita a cercarla per cambiare le cose con l’urgenza delle priorità.

Dopo la frenesia di giorni di incontri, tra i leader del mondo, il mondo ritorna al punto di partenza, come in un infinito gioco dell’oca, che non sa giungere all’ultima casella: quella con la scritta pace.

La superficialità è una tentazione demoniaca che affascina tutti e che, non troppo alla lunga, toglie il gusto della propria libertà e del proprio impegno. Di fatto, essa rende inconsistente ogni sforzo.

Un febbraio di tristi bilanci a tre anni dall'inizio della pandemia, ad un anno dall'inizio della guerra e alle prese con un post terremoto in Turchia e Siria che non arresta l'ascesa del numero delle vittime

L’Unione europea, nella persona della commissaria per i diritti umani Dunija Mijatovci, ha scritto una lettera all’Italia, indirizzata al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. A muoverla le ultime decisioni riguardo i migranti: fatti sbarcare dopo giorni di navigazione in porti del centro nord della penisola. 

Il festival si incastona quest’anno tra due giornate che ricordano gli orrori di cui gli uomini sono stati capaci: quella della memoria il 27 gennaio e quella del ricordo il 10 febbraio. Se le parole contano, se le testimonianze servono, se l’affetto che molti nutrono per la senatrice Segre è vero, allora dimostriamo di aver compreso: non macchiamoci di indifferenza. 

Il papa torna per la quinta volta in Africa: dal 31 gennaio al 5 febbraio visita infatti la Repubblica Democratica del Congo e il Sud Sudan. Terre di guerre continue e popolazioni sfollate e affamate. 

Dall’altra parte dell’oceano è accaduto per la seconda volta: l’assalto al governo da parte di chi, a urne chiuse, non riconosce e non crede al risultato delle elezioni. Ora, se è pur vero che la lettura dell’attualità come figlia del complotto è una specialità di questi nostri giorni (per restare fuori dal contesto politico si pensi alla questione pandemia e/o vaccini), è altrettanto vero che simili episodi non possono non preoccupare.

Le immagini delle esequie di Joseph Ratzinger hanno avuto il pregio di riassumere in un unico colpo d’occhio tutta la sua parabola di vita. I confini sono stati gli stessi di piazza san Pietro che, nei giorni ancora immersi nelle festività natalizie, si apriva con il presepe di Sutrio coronato dal Bambino deposto nella mangiatoia e si chiudeva sul lato opposto con la grandiosa facciata della Basilica adornata, per il rito funebre, dal grande drappo con l’immagine del Risorto. E proprio lì, tra il Bambino e il Risorto, ma ad un passo da quest’ultimo, il feretro con le spoglie mortali del papa emerito Benedetto XVI, all’ultimo atto della sua presenza in questa vita tra noi.

Nel mondo c’è carestia di pace: lo ha ribadito anche a Natale papa Francesco, che dal 24 febbraio 2022 - giorno dell’inizio della invasione russa dell’Ucraina – ripete incessantemente i sui appelli, intensi e veri tanto quanto il bisogno che ne ha il mondo. Il primo gennaio 2023, Giornata della pace, le sue parole risuonano ancor più sentite e urgenti, ora che le immagini della guerra e dei suoi strazianti esiti anche sui civili inermi sono, ad ogni tg, sotto gli occhi di tutti.

Il conflitto in Ucraina, così vicino a noi e con conseguenze psicologiche, sociali ed economiche disastrose per tutto il mondo, ha ridestato in noi il desiderio e la necessità di rimettere al centro dei nostri pensieri e delle nostre azioni la pace, che potrà nascere solo se saremo capaci di vere e autentiche relazioni tra di noi.

Non so quante volte sia accaduto nella storia che un papa piangesse in pubblico, davanti alla folla... Non una lacrima furtiva scesa a tradire un’emozione, ma singhiozzi incontenibili a confessare un’impotenza. E’ quanto è successo l’8 dicembre a Francesco nel suo omaggio all’Immacolata. Ci affidiamo alla speranza del papa, certi della sua preghiera, un po’ smarriti per le sue lacrime: abbiamo bisogno della sua saldezza. 

L’Ucraina conta sull’aiuto dell’Occidente, la Russia su quello dell’inverno. Sostiene il suo alleato di sempre e ne moltiplica i devastanti effetti, distruggendo sistematicamente i centri di produzione energetica ucraini.

Non è la prima volta che conta su questo “generale”: da Napoleone ad Hitler chi la sfidò con un’invasione si trovò perdente, in ritirata e con migliaia di morti tra i soldati. Oggi però la situazione è del tutto diversa.

Da qualche settimana Maria Raspatelli è la migliore prof del mondo: si è infatti aggiudicata a Nuova Delhi (India) l’edizione 2022 del Global Teacher Award, il riconoscimento che premia ogni anno i docenti più creativi e innovativi tra 110 paesi del mondo. La notizia ci piace tanto e per più ragioni.

"La vita deve esser custodita anche grazie a infrastrutture adeguate che permettano a quanti vi transitano di poterlo fare in sicurezza. Da parte delle istituzioni e degli enti preposti, pertanto, deve essere fatto tutto il possibile perché la sicurezza delle nostre autostrade e delle nostre strade sia garantita da infrastrutture adeguate"

Mentre non si nega lo stupore per l’assenza della guerra dall’ordine del giorno dei grandi della terra, un’ombra vela l’attesa della discussione: come reagirà la Russia, che è uno dei paesi che partecipano al G20? E cosa potrà dire la nazione che di combustibili fossili non solo vive ma va ricattando una parte del mondo, minacciando - oltre che il ricorso al nucleare e il blocco del grano – anche di chiudere i rubinetti del gas?

C’è un continuo crescendo nell’escalation della guerra e delle minacce nucleari russe al mondo e c’è un innegabile crescendo anche nelle manifestazioni di pace: almeno in Italia, almeno nelle ultime due settimane.

Arriva nelle case e nelle parrocchie da oltre cent’anni questo nostro amato “Il Popolo”, ogni settimana da un secolo porta nelle famiglie il racconto di quanto è accaduto, l’annuncio di quello che sarà. Domenica 30 ottobre è la sua Giornata: continuiamo a sostenerlo per non interrompere questa cronaca lunga un secolo

Talvolta pare che la storia si prenda gioco di noi. E vedere la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta al lager, presiedere la seduta inaugurale del Senato per l’elezione del suo presidente - espressione di una nascente XIX legislatura vinta da una destra tornata prima forza della nazione dopo il ventennio fascista - è stato un vero cortocircuito. L’ha sentita la Segre stessa quella “vertigine”

In Iran le donne per un capello fuori posto rischiano non solo la rieducazione e il carcere ma anche la morte: la cronaca purtroppo lo ha di recente confermato più volte a partire da quanto accaduto a  Mahsa Amini, 22 anni, arrestata per colpa di una ciocca ribelle e morta dopo tre giorni di coma a seguito della "rieducazione"