Economia

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Il Consiglio dei ministri, su proposta del vice premier, Luigi Di Maio, ha approvato il cosiddetto decreto dignità, che punterebbe a modificare in modo consistente il jobs act. Il decreto va convertito in legge entro 60 giorni. Ma già sono molte le perplessità se non le contrarietà espresse da più parti. In primis dalle organizzazioni datoriali.

E' possibile che un’ondata di progresso tecnologico alla fine spazzerà via gli esseri umani dalla scena economica? Per l’economista Wassily Leontief la risposta era affermativa: "Il ruolo dell’uomo come fattore fondamentale della produzione non potrà che ridursi, proprio come il ruolo dei cavalli: dapprima si ridusse e poi fu eliminato". Secondo, invece, Camussone e Biffi, nel loro testo "Lavoreremo ancora?" sembrerebbe esistere una corrispondenza tra intensità e frequenza delle innovazioni (introduzione dell’enegia elettrica, sviluppo del volo aereo, progressi della chimica, alta velocità nelle ferrovie, conquista dello spazio, ecc.) e la crescita dimensionale dell’offerta di lavoro. Questa osservazione è uno dei capisaldi della teoria classica dell’economia: l’innovazione determina lo sviluppo della società e non crisi occupazionale. Ma sarà vero per i prossimi anni?

I dati personali degli oltre 500 milioni di abitanti dei Paesi dell’Unione Europea nel 2020 avranno un valore commerciale stimato attorno a 1.000 miliardi di euro, l’8% del Pil europeo, un tesoro nascosto dal fortino della privacy. Così affermava il compianto giurista, Stefano Rodotà,Presidente dell’Autorità Garante per la Privacy, pochi anni fa, consapevole che " finchè non c’erano i social network non c’erano tante informazioni in giro. Invece, oggi, con i cellulari cediamo in continuazione informazioni su di noi, così come con le carte di credito. Mettiamo in giro dati che qualcuno cercherà di sfruttare per l’importanza commerciale".