Chiesa

stampa

I cattolici italiani, consapevoli della ricchezza della propria Storia e dei valori della dottrina sociale della Chiesa, si propongono al Paese come un soggetto indispensabile che vuole portare un contributo al superamento di questa crisi, alla disaffezione, alla crescente distanza tra popolo e potere politico. Essere capaci di parlare al cuore delle persone e concorrere alla formazione e costruzione di una classe dirigente 

(Trieste) “Vogliamo affrontare il tempo della responsabilità che ci attende per far sì che la vita democratica cresca nel nostro Paese, i segnali dell’astensionismo alle elezioni in Italia e in altri Paesi non sono confortanti. Vogliamo impegnarci su questo perché la vita democratica non lasci indietro nessuno e non smetta di essere inclusiva e rispettosa della dignità di ciascuno”. Lo ha affermato questa mattina il mons. Luigi Renna

(Trieste) “Lei è il primo poeta sociale, ce ne ha indicati tanti e lei è il primo. Grazie perché non si stanca di ricercare la pace – perché la guerra è la fine di ogni socialità – e ricorda a tutti di essere artigiani di pace”. Lo ha affermato questa mattina il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, accogliendo Papa Francesco al GCC – Generali Convention Center di Trieste

Al centro dei lavori, ha ricordato il presidente della Cei, c’è stata la dottrina sociale della Chiesa, ma “non come giustificazione o come pretesto per qualche altra operazione”. Alla Settimana sociale dei cattoilci italiani partecipano circa 1.200 persone, di cui 368 donne, 310 giovani e altre 80 uomini. Circa 70 le “buone pratiche” che hanno animato gli omonimi villaggi in tutta la città.

Mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, descrive al Sir l’atmosfera che si respira a Trieste: "Sia il cardinale Zuppi che il presidente Matarella hanno sottolineato il grande valore delle Settimane sociali e dell’impegno sociale dei cattolici, caratterizzato dalla volontà di costruire, dialogare, proporre,