L'Editoriale

Papa Francesco ha appeso alla porta del suo studio il cartello: "Vietato lamentarsi". Riprende il titolo di un libro di Salvo Noè. E' l'impegno a smettere la diffusa abitudine di commentare, brontolare, lagnarsi. Per assumere invece quella del fare.

Il fine vita divide. Una legge, approvata ieri, non risolve punti chiave quale nutrizione e idratazione, obiezione di coscienza, parere medico e volontà del singolo. Così una parte del Paese esulta, l'altra non si sente rappresentata dal testo approvato

Mai dire mai, vale anche per il presepe. per qualche anno negletto, ora acclamato e - addirittura - finanziato purché entri in classe. Che cosa c'è dietro a questa rimonta? Sospettare è lecito se il bambinello tanto acclamato non si accompagna a gesti e sguardi solidali a chi, in carne ed ossa, ha bisogno di un aiuto, qui ed ora.

La Giornata contro la violenza sulle donne è appena passata. Si ripongono scarpe e sciarpe rosse, si rispolverano gli addobbi natalizi, mentre le luci di ipermercati e centri commerciali già abbagliano e distolgono dai problemi, concentrandoci su pacchi, menù, regali e oggetti di variegato valore. E pensare che tutto cominciò dal sì di una donna. Un sì non chiesto da mani alzate e violente, ma ad un Dio lieve che si annuncia con un angelo.

Si troveranno in undici in vaticano, chiamati da Papa Francesco. Vengono da tante parti del mondo ma hanno una cosa in comune: hanno tutti ricevuti un premio Nobel per la Pace. Con essi il Papa si dedicherà ad una due giorni contro il ricorso alle armi nucleari nel mondo. Un mondo che ha rispolverato la paura dell'atomica che pareva sopita se non dimenticata.

Un giornale vicino ai lettori. Un giornale vicino ai territori. Che vi racconta quello che altrove, forse, non trovate. Attento alla gente, attento ai luoghi, ai piccoli luoghi. Un giornale che vi parla senza urlare: lo fanno già in troppi. Un giornale a cui piacciono le storie e un po' di più quelle belle. In una parola il vostro settimanale diocesano: Il Popolo.