Aperta ufficiosamente la 20esima edizione all'insegna dell'autofiction
Il ghiaccio è rotto e la 20a edizione di Pordenonelegge - quello all'insegna del camaleonte - è partita. E' partita nel nome dell'Autofiction con le letture dei ragazzi (e dei prof) del Leo Majo alle prese con i libri di Gian Mario Villalta (Prof, scrittore e direttore del festival) e Garlini (curatore).
Con il suo modo di scansare le glorie che lo riguardano il prof, direttore artistico e scrittore Gian Mario Villalta comincia l'incontro col dire: "Troppo caldo per tre vesti... ne basta una". Però le incarna tutte e contemporaneamente in modo "naturale", poiché effettivamente è tutte le cose insieme e contemporaneamente e ci si trova bene. Per continuare la metafora in quei tre panni è nei panni giusti. Dopo due parole sulla attualità del tema scelto, la preside Teresa Tassa Viol unitamente a Villalta stesso mette in scaletta la lettura di brani tratti dall'ultima fatica di Villalta "L'olmo grande" (ma pare aver mormorato che l'ultima la sta scrivendo, quindi la penultima). I ragazzi la continuano leggendo altri brani da "Bestia da latte" sempre di Villalta e da "Il canto dell'ippopotamo" di Alberto Garlini. Mentre un inusitato Cercas (protagonista della apertura ufficiale al Verdi) passa in maglietta e pantaloncini per il corso, facendo running in pieno centro. Questa è Pordenonelegge, con file ordinate di bimbi alle prime esperienze tattili, angeli indicanti e rispondenti a "la qualsiasi" tra le domande e autori in passeggiata. Comunque sia una cosa è certa: non può partire il festival senza il "La" dato sotto la Loggia del Municipio. Il direttore artistico conferma al microfono: "E' proprio questa la nostra apertura di Pordenonelegge. E' importante perché la centro c'è la scuola, perché rende protagonisti i prof ma soprattutto i ragazzi. perché dietro c'è un progetto di mesi di impegno che qualche segno lo lascerà... questa è una buona scuola". Tassan Viol fa eco: ci piace cominciare dalla scuola: grazie agli insegnanti che ci mettono il cuore.. E ai ragazzi, iquali sanno che se abbiamo scelto questo tema, un motivo molto attuale c'è".
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