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Pordenonelegge: 20 anni tra le righe

La pelle tradisce il colore delle sue emozioni: sarà per questo che lo hanno scelto per l’edizione numero 20 della festa del libro con gli autori. È il camaleonte: giallo quanto è emozionato. Un po’ come capita ai visitatori del festival. Tutta gente che può condividere lo slogan del 2019: "Vent’anni tra le righe".

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Pordenonelegge: 20 anni tra le righe

La pelle tradisce il colore delle sue emozioni: sarà per questo che lo hanno scelto per l’edizione numero 20 della festa del libro con gli autori. È il camaleonte: giallo quanto è emozionato e la sua pelle si scalda, per paura o per eccitazione… Un po’ come fanno organizzatori, scrittori e lettori per primi; un po’ come capita ai visitatori del festival. Tutta gente che può condividere lo slogan del 2019: "Vent’anni tra le righe".
In più il camaleonte ha gli occhi autonomi: capaci di guardare due cose diverse (come certi lettori insaziabili tra prosa e poesia, tra un classico e un saggio, tra l’ultimo romanzo e una raccolta di ricette del divo in tv) e con la sua lingua appiccicosa arriva dove le zampette non vanno. Insomma è proprio come certi bibliofili: un cuoriosone, emotivo, acchiappatutto.
Uscendo di metafora, c’è sempre curiosità che si riaccende quando arriva luglio e la festa del libro che fiorirà a settembre (quest’anno dal 18 al 22) comincia a sbocciare attraverso le prime anticipazioni: il logo, qualche nome, il superospite dell’inaugurazione ufficiale (per il 20° è stato scelto un amico di Pordenone, già protagonista di Dedica: Xavier Cercas), il vincitore del Premio Crédit Agricole FriulAdria (il premio Nobel per la letteratura 2015 la bielorussa Svetlana Aleksievic autrice di "Preghiera per Cernobyl") e tutti gli altri, i tanti altri nomi che servono a riempire di appuntamenti i cinque giorni più speciali di Pordenone.

LA PRESENTAZIONE
Giovedì 11 luglio a Palazzo Montereale Mantica ha aperto la finestra sul festival il Presidente della Fondazione Pordenonelegge Giovanni Pavan che ha pronunciato una lunga lista di grazie: al comune di Pordenone, alla banca Crédit Agricole FriulAdria, ai due sponsor Ascotrade e Librerie Coop primi in rappresentanza di tutti gli altri non citati, agli Amici e agli Angeli, agli organizzatori e ai curatori. Ma il grazie più caloroso lo ha rivolto alla sua città, a quella Pordenone che, coralmente, sa abbracciare visitatori e ospiti con un calore unico che permette a chi la frequenta - tra libri, autori, pause e spuntini - un’esperienza unica e volentieri ripetibile.
Il sindaco Alessandro Ciriani ha esordito con "Pordenoenlegge non ha bisogno di conferenze stampa", ma solo per dire quanto ormai sia nota e la manifestazione e la sua efficacia nel portare cultura. Ma ha anche ribadito quanto sia ugualmente importante il suo ritorno economico "dato che i giorni del festival registrano un’impennata nel locale".
La direttrice della Fondazione, Michela Zin, anima organizzativa di una macchina ben sincronizzata, ha dato spiegazione di alcuni spostamenti logistici motivati dai lavori in corso in alcune zone della città (il Largo San Giorgio sostituito dal parco Galvani, l’ufficio stampa spostato da corso Vittorio Emanuele a Palazzo Klefisch, le casette informative in piazzetta Cavour per meglio intercettare chi arriva col treno). Ha quindi pennellato di numeri e nuove iniziative la festa che verrà che, in virtù di quel 20° anno, avrà iniziative nuove atte a rendere il tutto ancor più speciale. Tra queste due in particolare: "Adotta una lettera" e l’Indagine per i 20 anni (vedi appositi box ndr.). Nuova fisionomia anche per la zona dell’ex convento San Francesco che registra due presenze di rilievo: da una parte il quartier generale della Rai che seguirà le cinque giornate del festival, dall’altra il suo farsi cuore enogastronomico del kermesse, perché "non di soli libri vivono i visitatori del festival".
Confermati poi gli Angeli (240, con 50 nuovi ingaggiati) e il numero crescente degli Amici che ha sforato il tetto dei mille (1086, +9%, provenienti da tutta Italia più Germania e Spagna).

I CURATORI
ANTICIPAZIONI
Gian Mario Villalta ha dato lettura ad un suo bel gioco letterario sul tema: "E’ il camaleonte che cambia colore o è il contorno che si adegua a lui?". E se anche il lettore si trova bene fra le righe e le pagine allora "Caro lettore, come si sta sul manifesto del festival 2019"?
Poi è passato alle inevitabili anticipazioni: dato che gli ospiti occupano diverse pagine del programma, non si è trattato che il pronunciamento di alcuni nomi in ordine sparso, a volte per similitudine, altre per contrasto. Così sappiamo per certo che ci saranno: Bruno Vespa e Arrigo Sacchi, Rizzolati e Falcones, Pippo Baudo e Massimo Cacciari, Umberto Orsini e Francesco Guccini, Carofiglio e Recalcati.
La ribalta dell’inaugurazione vede al centro lo scrittore Cercas: "Perché per i venti anni abbiamo pensato di invitare uno che sia amico di Pordenone - ha spiegato-. Cercas lo è. E’ già stato protagonista di Dedica e ha le chiavi della città".
Poesia: è la passione e l’orgoglio di Villalta che, all’interno di Pordenonelegge, le ritaglia uno spazio così importante da farne non solo un festival dentro al festival, ma anche il festival poetico più importante d’Italia. Due le novità anche in questo campo: la prima riguarda la pubblicazione di libri di poeti "due più dell’anno socorso", la seconda la possibilità di poter leggere una poesia ad alta voce e vedere il tracciato creato dalla propria voce. "Un’idea - ha illustrato - nata dalla collaborazione con l’Università di Torino e il corso di glottologia: si chiama Guarda la tua voce".
Alberto Garlini ha anticipato per piccoli ma succosi assaggi quella che sarà la scorribanda tra i romanzi proposta dalla 20° edizione della festa del libro con gli autori. Tre i nomi fatti a delineare e riassumere le tre tipologie del romanzo possibili: Manuel Vilas (il romanzo che è storia di se stessi), Ildefonso Falcones (il romanzo come invenzione tout court) e Xavier Cercas (che mescola il racconto dell’io con quello del mondo, il dentro col fuori).
E poi i vari filoni di interesse: quest’anno uno è l’immancabile allunaggio dato il 50° dell’uomo sulla luna (con la cronaca di Bruno Vespa e il commento dell’astrofisica Francesca Caraveo). Immancabile parentesi dedicata all’amico Pierluigi Cappello (al quale Garlini ha dedicato il suo recente "Il canto dell’Ippopotamo") e alla sua alternativa posizione riguardo l’uomo sulla luna, dato che vedeva l’impresa come "un furto del lavoro poetico". E un po’ di ragione c’è al ricordo di leopardiani versi: "Che fai tu, luna, in ciel? Dimmi, che fai, Silenziosa luna?".
Altro filone di indagine: l’intelligenza artificiale, tra le nuove frontiere e i nuovi pericoli se è vero, come Garlini ha ricordato, che i tre grossi temi e problemi del pianeta sono legati a - in ordine di tempo -: migrazioni, cambiamento climatico e, appunto, intelligenza artificiale.
Valentina Gasparet ha cercato di dare i tanti, tantissimi filoni dei libri presenti che, inseguendo il filo rosso "i libri nel nostro quotidiano", vanno dall’arte alla cucina, dal palcoscenico alla tv, dalla musica alla filosofia. E qui fare nomi diventa davvero pescare qualche pesciolino all’interno di branchi interi di scrittori.
E’ poi spettato a lei il compito di accennare alle tante iniziative che Pordenonelegge dedica ogni anno a bambini, ragazzi e i piccolissimi kids. Una proposta in meraviglioso dialogo con la biblioteca e con le tante scuole, che nelle cinque giornate trova il culmine visibile, ma che durante l’anno si arricchisce e costituisce di tanti incontri e appuntamenti.
Altri presenti. Alla conferenza stampa era presente un parterre come si conviene: dal presidente della Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini (non mancheranno "esportazioni" di eventi in quel di Udine) al presidente del Teatro Verdi, Giovani Lessio (luogo in cui si svolgono i grandi appuntamenti come l’inaugurazione, i dialoghi con ospiti di particolare rilievo e le serate con attori e musicisti); il presidente degli industriali Michelangelo Agrusti (data la nuova la location di Palazzo Klefisch).
In collegamento on line anche l’assessore regionale alla cultura Tiziana Gibelli, che ha voluto sottolineare come Pordenonelegge sia in grado, ogni anno, di "alzare l’asticella" per qualità di proposta. E che, proprio per questo, c’è bisogno di esportare "Pordenonelegge".
Simonetta Venturin

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