Antonia Arslan al Verdi: voce del genocidio armeno
Oltre 500 connessioni all'incontro di Aladura con Antonia Arslan, giovedì 25 febbraio, su "Contro il vento della barbarie. Memoria e attualità del genocidio armeno"
Un incontro virtuale ma realissimo, come la verità negata del genocidio armeno che la Turchia cerca di sotterrare sotto il tappeto delle false ricostruzioni storiche. Parola, stamattina dal teatro Verdi di Pordenone della professoressa Antonia Arslan, volto amico di Pordenone per le sue ripetute presente. In un appuntamento aperto in special modo alle scuole (attraverso il canale social del teatro) si è parlato di genocidio armeno: un evento che è stato illustrato nella sua concretezza storica, fonti alle mani, specie in riferimento al libro Killing Orders di Taner Akcam che ha pubblicato una cinquantina di telegrammi che testimoniano come gli ordini per deportare e uccidere "le persone note" partissero da quel governo turco che ha sempre negato e ancora nega il genocidio, commentandolo alla pari di fantasie e falsità.
A conclusione dell'incontro la prof. Arslan ha letto "Il canto per una nazione che muore. Ballata caucasica" sua nuova creazione in memoria delle vittime armene, in particolare alle vittime della tragedia del conflitto in Nagorno Karabakh.
L'evento organizzato dalla associazione Aladura guidata da Stefano Bortolus si è svolto in collaborazione con il Teatro Verdi di Pordenone. Ha realizzato oltre 500 connessioni, dietro alle quali però c'erano anche delle classi. Un modo intelligente di sfruttare i disagi della pandemia circa la presenza fisica di tanti a teatro.
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