Aladura-Verdi: incontro con Antonia Arslan e il genocidio armeno
L’Associazione pordenonese Aladura, guidata da Stefano Bortolus propone, in collaborazione con il Teatro Verdi, per giovedì 25 febbraio alle 11.30 l’incontro "Contro il vento della barbarie. Memoria e attualità del genocidio armeno" con con Antonia Ar (partecipazione libera, evento in streaming dal link http://bit.ly/vento-barbarie)
E' a professoressa Antonia Arslan colei che ha tolto il velo al primo genocidio della storia, quello del popolo armeno, avvenuto all’alba del ventesimo secolo, taciuto per troppi anni, negato per ancora di più. La chiamiamo professoressa perché è stata docente di Storia della Letteratura moderna del glorioso ateneo patavino, ma dovremo dire anche storica, traduttrice e scrittrice di successo: il suo La masseria delle allode (2004) vanta ventisei edizioni e oltre duecento mila copie vendute in Italia, ha superato il milione di copie nel mondo e i fratelli Taviani ne hanno tratto l’omonimo film.
INCONTRO DEL 25 FEBBRAIO
All’interno della sua proposta di incontri culturali "Pordenone e Memoria 2021", l’Associazione pordenonese Aladura, guidata da Stefano Bortolus propone, in collaborazione con il Teatro Verdi, per giovedì 25 febbraio alle 11.30 l’incontro "Contro il vento della barbarie. Memoria e attualità del genocidio armeno" con con Antonia Ar (partecipazione libera, evento in streaming).
IL GENOCIDIO ARMENO
Il genocidio armeno, il primo del ventesimo secolo, è una conoscenza storica acquisita (su cui non manca chi chiude gli occhi).
E’ avvenuto nell’impero Ottomano durante la prima guerra mondiale ad opera del governo dei Giovani Turchi. Il popolo armeno venne spazzato via dall’Anatolia: i morti fuorno un milione e mezzo. Gli Armeni che scamparono alle uccisioni (i maschi) e alle deportazioni nel deserto (donne e bambini) sono diventati un popolo in diaspora come gli ebrei.
"Tuttavia - questo il pensiero di Stefano Bortolus - bisogna continuare a parlare del Metz Yeghern, come della Shoah. Tenere viva la memoria è un compito difficile ma indispensabile, tanto più in questo momento, in cui sulla piccola Armenia - che resiste, ancora indipendente, sulle montagne del Caucaso - si addensano pericolosi venti di guerra e insidiose minacce di estinzione".
Nell’incontro del 25 si parlerà anche delle nuove testimonianze storiche raccolte nel libro Killing Orders. I telegrammi di Talat Pasha e il Genocidio Armeno di Taner Akçam, da poco edito da Guerini e associati (vedi box a lato).
ANTONIA ARSLAN
Antonia Arslan, scrittrice e saggista italiana d’origine armena, è stata per molti anni professoressa di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Padova. Dopo aver tradotto e curato un libretto divulgativo sul genocidio (Metz Yeghèrn, Breve storia del genocidio degli armeni, di Claude Mutafian) e una raccolta di testimonianze di sopravvissuti rifugiatisi in Italia (Hushèr. La memoria. Voci italiane di sopravvissuti armeni) ha seguito e curato l’edizione italiana di molti libri sull’Armenia, la sua cultura, la tragedia del genocidio attraverso le voci dei superstiti.
Nel 2004 ha pubblicato La masseria delle allodole (Rizzoli), che ha vinto numerosi premi letterari (dal Berto Opera Prima al Fenice-Europa, dal Pen Club allo Stresa e al Campiello), tradotto in ventitré lingue e portato sullo schermo nel 2007 dai fratelli Taviani; il seguito è La strada di Smirne del 2009. Nel 2010, dopo una dura esperienza di malattia e coma, scrive Ishtar 2. Cronache dal mio risveglio.
Torna sul tema del genocidio con Il libro di Mush (Skira, 2012) ma anche con Il rumore delle perle di legno (Rizzoli, 2015) e Lettera a una ragazza in Turchia (Rizzoli, 2016). Ultimo libro: La bellezza sia con te (Rizzoli, 2018).
Deve il suo cognome a nonno Yerwant Arslanian (Arslan dal 1923), scampato alla strage perché si trovava a Venezia per ragioni di studio, ma nel genocidio morirono suo fratello minore Sempad nonché due suoi figli e due sue sorellastre; il resto della famiglia si rifugiò in California e a Boston.
Antonia Arslan è una presenza amica di Pordenone, più volte infatti è stata ospite di Pordenonelegge ma anche in altri occasioni letterarie.
La aspettiamo ancora per farci incantare dal suo racconto ma anche per non smettere di guardare alla verità atroce di quel che è stato.
Simonetta Venturin
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