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Paraciclismo, Cal dall’argento tricolore alla ricerca di una guida verso il grande sogno

Beatrice: «Un giorno vorrei partecipare alle alle Paralimpiadi»

Paraciclismo, Cal dall’argento tricolore alla ricerca di una guida verso il grande sogno

 

La professoressa Beatrice Cal, non vedente di Azzano Decimo, si coccola la medaglia d’argento appena conquistata ai campionati italiani di paraciclismo e, pur non nascondendo le difficoltà, rilancia il sogno di disputare le Paralimpiadi.

Beatrice, com’è andata ai tricolori su strada?

Sono strafelice del risultato conseguito con tutti i problemi che abbiamo affrontato. Abbiamo disputato almeno metà gara, nonostante il forte vento, in scia dei tandem maschili, molti dei quali li abbiamo preceduti al traguardo. Ora si può raccontare che la mia guida, Francesca Selva, soffriva di problemi alle cartilagini delle ginocchia, tanto che dopo la prestazione zoppicava. Francesca dovrà curarsi per cui non so ancora con precisione se e quando rientrerò alle corse. In questo momento, infatti, sono sprovvista di guida.

Il calendario cosa proporrebbe?

Il 22 e 23 maggio l’internazionale di Dueville Vicentina con tutte le incognite del caso visto l’annullamento della prova di Coppa del Mondo di Bassano del Grappa e il probabile forfait di molte nazionali. Il 2 giugno c’è la gara all’autodromo di Monza, quindi il 31 luglio e il 1 agosto l’internazionale di Verolanuova. L’11 luglio, in sede ancora da stabilirsi, sono fissati i campionati italiani a cronometro. Spero di trovare una guida per Dueville e Verolanuova, prove di Coppa Europa, almeno per compiere un rodaggio.

Da quest’anno scolastico insegni inglese all’Ipsia e al Liceo sportivo di Maniago. Cosa riesci a conciliare la professione e lo sport?

Cerco di allenarmi un po’ tutti i giorni, preferibilmente, fra riunioni, consigli di classe e i compiti di 80 allievi da correggere. Nel week end c’è più tempo per andare in bicicletta, grazie anche al mio vicino di casa Sandro Pessa che, quando può, mi allena. Con lui sono salita anche a Mezzomonte e al Castello di Caneva. Per me Sandro è come la manna dal cielo, lo fa con il cuore, ma il problema di una guida continuativa resta.

Quale futuro intravvedi per te nel paraciclismo?

Prima di tutto, visto che dipendo da un’altra persona, ho bisogno di trovare una guida. Le mie aspettative, considerato l’anno di rodaggio con l’insegnamento, sono principalmente queste. Grazie al sostegno della Banca di credito cooperativo del Pordenonese e Monsile riesco a partecipare alle gare in trasferta, ma i problemi restano e per noi vedenti si chiamano guida e sponsor.

Sei appena diventata consigliere e membro di giunta del Comitato paralimpico del Friuli Venezia Giulia. Quale sogno custodisci ancora nel cassetto?

Un sogno devi sempre avercelo per andare avanti. Per me è la partecipazione un giorno alle Paralimpiadi!.

Fonte: Redazione Online
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