Coni FVG, attività sportiva ripresa: l’appello del Presidente Brandolin
“Indossate la mascherina quando non riuscite a mantenere un’adeguata distanza dagli amici, dai compagni di squadra o quando uscite per la movida”
La ripresa dell’attività sportiva è sicuramente motivo di grande soddisfazione per il Presidente del CONI regionale, ancora di più oggi che diverse discipline hanno ripreso con regolarità i propri campionati.
Il Presidente Brandolin, a nome del movimento sportivo regionale, richiama però alla responsabilità tutti i tesserati del Friuli Venezia Giulia, siano essi atleti, dirigenti o tecnici. “Nonostante i contagi aumentino in modo considerevole in tutto il Paese, i numeri del Friuli Venezia Giulia restano, per fortuna, contenuti. Ci sono stati però degli episodi che rischiano di inficiare in modo pesante il ritorno alla normalità anche sotto il profilo sportivo. Per tale motivo faccio un appello a tutti gli sportivi regionali, soprattutto ai più giovani e li richiamo al senso di responsabilità e ad un rigore nei comportamenti. Indossate la mascherina quando non riuscite a mantenere un’adeguata distanza dagli amici, dai compagni di squadra o quando uscite per la “movida”. Se vi siete trovati in situazioni a rischio, cercate di fare tutti i controlli necessari prima di tornare a fare sport, prima di tornare a gareggiare, prima di tornare in squadra. La salute dei compagni, dei tecnici e degli avversari può trovarsi in pericolo se i vostri atteggiamenti non sono stati adeguati, così come la salute dei vostri cari, soprattutto se non sono più giovanissimi”.
L’accorato appello del Presidente arriva in un periodo delicato coincidente con la riapertura delle scuole che sarà un duro banco di prova per tutti. Il richiamo al senso di responsabilità e alla massima attenzione rivolto agli sportivi regionali invitando tutti a mantenere atteggiamenti cautelativi si prefigge lo scopo soprattutto di salvaguardare la salute degli interessati ma anche di evitare il blocco dei campionati che, in caso di contagi accertati degli atleti, sarebbero inevitabili con conseguenze pesantissime per le oltre 3000 Società sportive regionali.
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