Una Chiesa capace di tendere la mano
La giornata dei poveri insegna la solidarietà
L’invito che Papa Francesco ci fa in occasione delle IV giornata mondiale dei poveri è quello di "tendere la tua mano al povero". Il Papa ci dice che "tendere la mano è un segno: un segno che richiama immediatamente alla prossimità, alla solidarietà, all’amore", e continua "in questi mesi, nei quali il mondo intero è stato sopraffatto da un virus che ha portato dolore e morte, sconforto e smarrimento, quante mani tese abbiamo potuto vedere!".
Tra queste mani tese anche quelle delle nostre comunità cristiane che pur, in situazioni complesse e difficili, hanno cercato di farsi carico delle difficoltà.
Un primo ritorno di questo sforzo e, di conseguenza, un primo ritratto dei volti ai quali la mano è stata tesa, l’ha fornito Caritas Italiana nell’annuale rapporto sulle povertà, quest’anno sottotitolato "Gli Anticorpi della Solidarietà". Dopo un’analisi a partire dai dati di statistica pubblica, il rapporto si sofferma su quanto raccolto nei monitoraggi realizzate con le Caritas Diocesane.
Da questi monitoraggi emerge come "…da un anno all’altro l’incidenza dei "nuovi poveri" passa dal 31 al 45% (quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta).
Aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, dei nuclei di italiani e delle persone in età lavorativa; cala di contro la grave marginalità. Si intravede dunque l’ipotesi di una nuova fase di "normalizzazione" della povertà, come per l’effetto dello shock economico del 2008.
A fare la differenza, tuttavia, rispetto a dodici anni fa è il punto dal quale si parte: nell’Italia del pre-pandemia (2019) il numero di poveri assoluti è più che il doppio rispetto al 2007, alla vigilia del crollo di Lehman Brothers."
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