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Amministratori di sostegno, totale presa in carico dei più deboli

Quattro testimonianze dirette

Amministratori di sostegno, totale presa in carico dei più deboli

L’atmosfera natalizia, che ci siamo appena lasciati alle spalle, molto si addice allo spirito di altruismo che anima l’opera di volontariato degli amministratori di sostegno, quale emerge da alcune loro testimonianze.

Iris Gubian, di Fiume Veneto, ci racconta come dopo una lunga esperienza lavorativa ricca di relazioni con il pubblico, le mancasse il contatto diretto con le persone. Da questo "vuoto" è scaturito il desiderio di rendersi disponibile quale amministratore di sostegno.

"Avendo cinque persone da seguire, per lo più molto fragili e sole, gradualmente ho costruito una rete ampia e indispensabile con i vari Servizi del territorio. Data la molteplicità delle situazioni, sono impegnata a tempo pieno, anche per dare il dovuto spazio agli aspetti relazionali. Quando i problemi sono molto complessi, mi accade anche di non riuscire a dormire. Ma il più delle volte busso a qualche porta amica, quale la Caritas, e trovo quasi sempre una risposta o adeguate indicazioni. Allora cresce la volontà di continuare nell’impegno intrapreso con rinnovata passione".

Nell’esperienza di Iris possiamo cogliere le situazioni problematiche e il coinvolgimento personale anche di alcuni colleghi che ci hanno delineato con tratti analoghi e intensamente vissuti la loro esperienza.

Giovanni Trevisan, di Visinale, sta seguendo attualmente quattro persone.

"Il ruolo di amministratore - spiega- comporta non solo la gestione dell’aspetto finanziario, ma anche alcune responsabilità in relazione agli aspetti sanitari e assistenziali. C’è un fatto significativo da sottolineare: in base alla legge del 2004, la realtà del Pordenonese è un fiore all’occhiello non solo per il numero di amministratori ma anche per la qualità del loro servizio. Quando andiamo a ricevere il mandato, gli stessi giudici ci ringraziano per la nostra disponibilità e per il nostro operato, consapevoli della dedizione che esso comporta ed esprime. Da parte mia, quando ho fatto qualche cosa per gli altri sono sempre molto soddisfatto".

Gianfranco Pizzinato, di Pasiano, ha attinto all’esperienza personale dell’ assistenza offerta da una badante ai propri genitori: "Così si è accesa per me la scintilla del volontariato a partire dal 2011. Da allora ho scoperto una notevole molteplicità di disagi sociali. Attualmente seguo sei persone di età diverse, comprese una prossima centenaria e sua figlia, ora entrambe in Casa Lucia. Vivo la condivisione dei problemi dei miei assistiti con un arricchimento umano reciproco ma anche con la gioia di dare senza nulla chiedere in cambio. Ciò che mi sta a cuore è la buona qualità di vita dei miei amministrati ai quali dedico buona parte del mio tempo".

Ad Antonio Chiommino, di Azzano Decimo, l’esperienza di amministratore ha fatto incontrare persone con gravi disabilità, anche psichiche, e con difficili problemi economici: "Spesso si presenta anche la necessità di reperire risorse o di gestire situazioni finanziarie molto disastrate. E tuttavia ho scelto volentieri di dedicarmi al compito di amministratore di sostegno, già allenato  da esperienze di volontariato nella Croce Rossa e nella Protezione Civile. Il compito di prendersi cura di singole persone con il mandato del giudice comporta attenzione e cura a 360 gradi. Spesso i problemi sono complessi ed è necessario chiedere al giudice l’autorizzazione a procedere. Comunque sono molto felice quando riesco a rispondere a tutte le necessità".

Fonte: Redazione Online
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