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8 marzo, la forza delle donne. Dal Marocco ai nostri paesi. La storia di Sabah

Sabah proviene da una zona del Marocco vicina alla capitale Rabat. Ora vive da noi, lavora e ha una bella famiglia

Parole chiave: Marocco (4), Integrazione (1), Donne (49)
8 marzo, la forza delle donne. Dal Marocco ai nostri paesi. La storia di Sabah

Pronto, Sabah Messaoudi Esito prima di procedere con l’introduzione, temendo di non essere compresa per ragioni linguistiche. Ma lei, con mia sorpresa, mi previene, presentandosi in perfetto italiano, senza inflessioni derivanti dalla sua provenienza dal Marocco. Mi spiega che la persona che ha fatto da tramite per questo incontro a distanza le ha già spiegato il motivo della chiamata. E Sabah è pronta a dialogare con me, felice di ricordare come si sia sentita bene accolta qui in Italia fin da subito quanto, 26 anni fa, è arrivata a Brescia per motivi di ricongiungimento familiare. Poi si è spostata per breve tempo con il marito Mahjoub Boufrou ad Azzano Decimo e quindi stabilmente a Fiume Veneto dove sono nati i suoi tre figli, Alì, Sara e Anas. Il primo, ragioniere, ha trovato lavoro e gli altri due stanno pure frequentando l’indirizzo di ragioneria. Tutti e tre si sentono sotto tutti i punti di vista italiani e mai è neppure balenata loro l’idea di essere stranieri. E’ stata determinante l’accoglienza delle maestre, molto disponibili a favorire il loro inserimento nella nostra realtà. E pure il dialogo con la Caritas fiumana le ha consentito non solo di ottenere qualche aiuto al fine di trovare un lavoro stabile, ma anche sul versante di nuove amicizie, come pure di conoscere in meglio la nuova realtà per rendersi disponibile a favorire nuovi inserimenti, pure grazie al suo titolo di mediatrice culturale, qualifica ottenuta frequentando un corso specifico a Pordenone. Ora questa qualifica le consente di intervenire, al bisogno, gratuitamente, nelle scuole e nell’Ambito socio assistenziale, in occasione dell’arrivo di immigrati da varie provenienze.
Sabah proviene da una zona del Marocco vicina alla capitale Rabat.
E’ simpatico il suo racconto dell’inserimento nelle Polizia locale, ambito amministrativo, grazie alla conoscenza di tre lingue imparate a scuola (inglese, francese e arabo). Poi, dopo l’arrivo in Italia, ha trovato lavoro in alcuni ristoranti del nostro territorio, mentre ora svolge il ruolo di cuoca alla scuola dell’Infanzia di Fiume Veneto.
Sabah ha stabilito un rapporto di amicizia, e pure di servizio, con alcuni anziani ai quali è molto legata: "In loro ho ritrovato parte della mia famiglia lasciata nel Marocco".
Mentre si mantiene fedele alla sua religione di origine, la musulmana, è molto rispettosa della nostra religione cattolica, per cui se un anziano le chiede di pregare, chiama subito qualche persona sensibile del posto per rispondere alla richiesta. Per l’assistenza a una persona anziana in ospedale, ha fatto registrare nel cellulare alcune preghiere cristiane, pronta a farle sentire alla paziente e ad aiutarla a ripeterle.
Ha pure accettato di essere inserita nelle liste per le amministrative comunali per il 2018, ma come lei stessa sottolinea, preferisce essere vicina alla gente mantenendo il suo atteggiamento di servizio nel sociale a contatto con l’umanità più bisognosa.
"Dell’Italia mi sento di dire molto bene. Sono contenta di conoscere qui molte persone e di salutarle quando esco. Partecipo alle feste organizzate in parrocchia e vivo in famiglia le feste cristiane più significative, senza dimenticare la mia religione. Aiuto in qualche modo, con la mia testimonianza, anche i credenti cristiani: nel senso che credo di avere in comune con loro qualche cosa: come la fiducia in un Dio buono e misericordioso. Penso che Dio ascolta le mie preghiere per tutti. Per i miei figli ho scelto l’insegnamento a scuola della religione cattolica: penso che rappresenti per loro una grande apertura, mentre possono capire quali siano i valori comuni alle due religioni".
Sabah, nel suo fluente italiano, conclude sottolineando come "per ogni situazione di bisogno sono sempre disposta a dare una aiuto. Penso che noi stranieri possiamo essere una risorsa per l’Italia. Io desidero fare del mio meglio per poter restituire quanto ricevuto".
Flavia Sacilotto

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