Suor Anna Maria Berton prende servizio nella comunità parrocchiale di Torre
Elisabettina, ha maturato una lunga e significativa esperienza missionaria in Argentina
Le comunità parrocchiali dei Santi Ilario e Taziano e Sant’Agostino, in Torre antica e nuova, hanno anticipato l’invito di Papa Francesco, nel dare spazio alle donne, nella vita della Chiesa; messaggio lanciato dal pontefice domenica scorsa, al termine dell’Angelus, in piazza San Pietro.
Suor Anna Maria Berton ha infatti iniziato il suo servizio pastorale in queste due comunità, dal settembre scorso, con l’impegno della visita alle persone anziane, che non possono uscire di casa, portando loro un sorriso, una parola di conforto e, a quanti lo desiderano, anche l’eucaristia.
Ha già preso contatto con don Giosuè Tosoni, il parroco dei Santi Ilario e Taziano, e con Fabio, della Caritas, per pianificare i contatti con le persone e le famiglie, in qualità di "ministro della comunione". Si è resa inoltre disponibile per la catechesi ai ragazzi delle medie inferiori ed, eventualmente, per l’animazione liturgica, nelle messe festive, alternando la presenza nella parrocchia di Sant’Agostino, condividendo il cammino del gruppo che anima il canto.
Attualmente risiede presso la Comunità di via del Traverso in Pordenone, dietro l’Ospedale. E’ nativa da San Vito di Altivole (TV), tra il Grappa e Asolo. E’ diventata Suora Elisabettina il 23 settembre 1979, dopo un esigente cammino, che prevede un tempo di "noviziato" e, di anno in anno, il rinnovo dei voti - castità, povertà, obbedienza -, sperimentando così un tempo di "ricerca vocazionale", che si è consolidato nel 1985, con i "voti perpetui".
Pur schiva nel parlare di se stessa, ha narrato dell’interessante e coinvolgente esperienza, in qualità d’insegnante nelle scuole materne, per ben sette anni, in sud Italia, impegnata, nel contempo, nel servizio pastorale, cercando di coltivare un rapporto con le famiglie.
Dall’11 settembre 1991 al 30 aprile 2003 ha vissuto una intensa esperienza pastorale in Argentina, imparando il Castigliano (spagnolo) e frequentando i corsi di teologia nella capitale Buenos Aires, per cinque anni. Oltre all’insegnamento della religione nelle scuole superiori, assieme ad altre quattro consorelle, hanno condiviso la presenza nelle "villas" (pronuncia "visce"), paragonabili alle "favelas". Si tratta di ampi territori, con abitazioni semplici, in legno, lamiera e cartone. La popolazione è segnata da una grande povertà e difficoltà a trovare un lavoro, che garantisca una dignitosa sopravvivenza. Ci tenevano a ricevere i sacramenti, ma l’ambiente era molto degradato moralmente. A Buenos Aires avevano creato una sorta di "Casa d’accoglienza", per sopperire alla drammatica situazione dei "bambini di strada" (los ninos de la calle), abbandonati a sé stessi, privi di riferimenti di qualunque tipo. Esperienza che tutt’ora funziona.
Lei operava in un esteso territorio, con circa 40 mila abitanti, suddiviso in nove "cappelle", con un unico prete, che doveva passare da una comunità all’altra; si avvaleva di vari diaconi permanenti, ministri della comunione, catechisti e animatori.
Ha sperimentato l’importanza e il valore dei "Centri d’ascolto" - nei quali crede fortemente -, in quanto possono offrire una solida formazione biblica, che lei reputa importante, per motivare l’agire delle persone e metterle in grado di affrontare le difficoltà della vita. Se n’è resa conto di persona, avendo a che fare con un territorio che pullulava di "sette e confessioni religiose", tra Mormoni, Testimoni di Geova, Los Ninos de Dios e Macumba - sette spiritiche -, con i loro "circoli biblici", per indottrinare.
E’ rimasta colpita anche dall’attaccamento che i latino americani hanno verso Maria; presso i vari villaggi veniva portata, a rotazione, una sua statua, affinché tutti si sentissero accomunati dall’intercessione alla Madonna, invocata col titolo di "Madre della Chiesa".
E’ quindi rientrata in Italia, operando nella zona tra Bassano e Padova, anche per essere vicina alla mamma anziana, prima di giungere a Pordenone. Ha pure una sorella - Suor Claudia -, che attualmente si trova a Polcenigo.
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