Costume e Società
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Il 1978, un anno memorabile

Quarant'anni fa: tre papi e altre sorprese

Il 1978, giusto quarant’anni fa, resta nella storia come l’anno dei tre papi. Fu anche l’anno in cui la Chiesa passò da una stagione di crisi a un sorprendente rilancio. Gli ultimi anni di Paolo VI erano stati difficili. La Humanae vitae, l’enciclica in cui aveva preso posizione sulla contraccezione, lo aveva reso impopolare, il rinnovamento conciliare aveva creato contrapposizioni all’interno della Chiesa tra innovatori spinti e tradizionalisti cocciuti. Da una parte stavano i profeti della novità anarcoide, come nel caso dell’Isolotto e dall’altro i nostalgici lefreviani che rischiarono lo scisma.
Nella primavera del 1978 veniva ucciso Aldo Moro. Era il tempo cupo del terrorismo e della contestazione, anche all’interno della Chiesa. Molti smisero di andare a confessarsi, calò vistosamente la partecipazione alla messa festiva. Seminari e conventi si svuotarono e tanti preti e suore cambiarono mestiere.
Molti sociologi prevedevano che con l’avvento della società industriale, la religiosità tradizione, legata al mondo agricolo, sarebbe presto scomparsa. Col senno di poi possiamo dire che avevano sbagliato i loro conti perché, proprio in quell’anno, qualcosa cambiò.
Il 6 agosto moriva Papa Montini, a succedergli fu chiamato il cardinal di Venezia, Albino Luciani, un volto nuovo, sorridente. Nei pochi giorni di pontificato portò una ventata di novità e di attese.
Ma le sorprese non erano finite. Dopo soli venti giorni di pontificato Giovanni Paolo I moriva improvvisamente e dopo secoli di papi italiani veniva eletto uno straniero, un papa polacco. Affacciandosi sulla folla, già la prima sera mostrò un piglio diverso, scusandosi del suo incerto italiano: "Se sbaglio mi corriggerete".
Da decenni ad ogni conclave i vaticanisti si chiedevano, il prossimo sarà un Papa di destra o di sinistra? Da subito si capì che lo sguardo di Karol Wojtyla non si fermava ai problemi italiani, ma guardava oltre, al mondo intero. Nel primo discorso si rivolse ai popoli e alle potestà della terra con vibrante invito: "Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!". Secoli di papi romani e di cardinali in gran parte italiani avevano fatto perdere la visione universale della Chiesa dei popoli e delle genti. 
Giovanni Paolo II ricordò che Gesù continua a dire ai suoi discepoli, andate in tutto il mondo fino ai confini della terra". A pochi mesi dalla sua elezione fece due brevi viaggi: il 29 ottobre 1978 al santuario mariano della Mentorella, nel Lazio; cinque giorni dopo partecipò ad Assisi a un incontro ecumenico dei leader delle fedi religiose nel mondo.
In rapida sequenza andò in Polonia, negli Usa e in Giappone. Visitò l’Africa e l’Asia, tra l’entusiasmo di popolazioni indigene finora quasi sconosciute. Scoprimmo così comunità cristiane giovani e creative, il volto nuovo della Chiesa che da noi si andava sfaldando.
A un convegno di giornalisti disse che fin dall’inizio del suo pontificato aveva sentito l’urgenza del comando di Gesù: "Andate in tutto il mondo".
Nei 27 anni di pontificato san Giovanni Paolo II ha compiuto 200 viaggi apostolici a Roma e in Italia (il 1° maggio 1992 è venuto nella nostra diocesi) e 157 in Paesi esteri, in qualcuno ritornò più volte.
Giappone, Africa, Asia, America del Nord, quella centrale e l’America Latina, l’Australia. Nord Europa, Germania e Terra Santa. Ha viaggiato con ogni mezzo, aereo, elicottero, nave, treno, auto, canoa, piroga incontrando le tradizioni culturali e religiose più diverse che ha sempre voluto rispettare. Affermò che non andava a far proselitismo ma a incontrare ogni uomo nelle sue aspirazioni più vere di dignità e di libertà.
Questo Papa sapeva anche parlare ai giovani di futuro, di ideali veri e di Cristo. Restano memorabili le grandi Gmg che lui stesso ha avviato con una bella intuizione nella primavera del 1984. In occasione del 1950mo anniveraario della Redenzione ci fu a Roma una veglia di preghiera con la partecipazione di oltre 300 mila giovani. Come segno finale il gruppo di Comunione e Liberazione presentò una grande croce di legno. Il Papa colse l’occasione per dire: "Siete voi chiamati a seguire Cristo portando la croce. Questa croce la affido a voi. Portatela alla gente del nostro tempo".
Alcuni giovani se la misero in spalla e la portarono di città in città suscitano grande partecipazione entusiasta. L’anno dopo la riportarono al grande appuntamento giovanile della festa delle palme e il Papa si ricordò che oltre le strade italiane ce n’erano tante altre fino alla fine del mondo e invitò i giovani a fare un altro cammino della grande tradizione: verso Santiago de Compostela. E fu così che la Gmg divenne un evento internazionale che vede la partecipazione di giovani provenienti dall’intero pianeta. A Compospostela i giovani e il Papa si dettero l’appuntamento per la Gmg di Toronto. Poi fu la volta della Polonia, Monaco, Parigi.
L’ultima edizione si è svolta dal 25 al 30 luglio 2016 a Cracovia in Polonia e ha registrato la partecipazione di giovani provenienti da 170 Paesi. Al termine la grande croce è stata affidata ai giovani di Panama dove questo grande evento si svolgerà dal 22 al 27 gennaio 2019.
I cronisti non credono ai loro occhi, i sociologi che continuavano a parlare dei giovani del 68 e del giovanilismo del secolo scorso sono rimasti senza idee e senza parole. Si sa che loro sanno fare statistiche e proiezioni, poi magari la storia prende un altro corso. Quello che solo i veri profeti sanno intuire e i giovani sognano nonostante tutto.

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