Università e campus al Molino Zuzzi
Un progetto curato da Ast Engineering per la conversione e rigenerazione urbana prevede la ristrutturazione e la costruzione di tre nuovi lotti tra cui un multipark. Intervento complessivamente da 50 milioni di euro
Trasformare un complesso di archeologia industriale in un campus con sede universitaria, alloggi per studenti o temporanei, spazi di lavoro condiviso e un’area commerciale con un supermercato e negozi, un parcheggio multipiano con annessa una centrale di teleriscaldamento. Si tratta di un ambizioso progetto di rigenerazione urbana oltre che architettonica presentato venerdì 24 febbraio in Municipio a Pordenone e che riguarda l’area del Molino Zuzzi. La centenaria società di macinazione - oggi alla terza generazione, con i fratelli Marco e Valentino rispettivamente Presidente e Amministratore delegato - già da tempo ha annunciato di essere intenzionata a spostare l’attività produttiva nell’area industriale di Vallenoncello (nell’ex Sim2). Ed è sull’antico mulino novecentesco che si è concentrato un anno di lavoro per lo studio dettagliato di un masterplan (documento propedeutico al piano particolareggiato e al progetto) in concertazione tra proprietà, Comune di Pordenone, Consorzio universitario, Ascom, sotto la guida dello studio AST Engineering con la supervisione degli architetti Umberto Trame e Alessandra Trame. Un progetto sostenibile nel lungo periodo (un decennio), la cui realizzazione potrebbe pesare intorno ai 50 milioni di euro ma divisibile in tre lotti, che rivoluzionerebbe la funzione stessa del luogo. Per potersi spostare l’attuale Molino Zuzzi deve prima assicurarsi la vendita dell’area, ma la volontà è assicurarsi che quel luogo industriale venga valorizzato. Questo progetto "ci consente di pensare al trasferimento della nostra azienda ma anche alla riqualificazione di questo spazio non secondo una logica meramente speculativa, bensì trasformandolo in qualcosa di bello per la città" ha commentato Marco Zuzzi con il fratello Valentino e il padre Giampaolo che da tempo ha lasciato ai figli il timone dell’azienda. "È un progetto molto lungimirante che risponde all’esigenza di pensare alla città fra 50 anni. Pordenone sta invecchiando, dobbiamo chiederci come renderla una città della conoscenza e del sapere innovativo capace di attirare ma anche trattenere giovani, di formare persone e inserirle nelle aziende del territorio. Quanto al come finanziare tutto questo, la risposta è reperendo fondi con bandi europei e ministeriali, certo servirà anche una quota di investitori privati" ha spiegato il sindaco Alessandro Ciriani. L’ipotesi più sostenibile "è lavorare per stralci e recuperare finanziamenti, i lotti sono indipendenti" ha aggiunto Cristina Amirante, assessora all’Urbanistica. Il progetto si sviluppa su terreni privati e in parte pubblici: i volumi edificati sarebbero 43mila metri cubi nell’area privata e 18mila in quella pubblica. Si sviluppa in tre macro ambiti funzionali di intervento, come spiegato dall’architetto Umberto Trame che ha sottolineato: "Si tratta di un progetto divisibile ma unitario, è un’operazione che si regge su due pilastri, la rigenerazione urbana dell’area privata messa in correlazione con un’area pubblica". "Questa operazione progettuale inverte i normali iter urbanistici. È un caso piuttosto unico" ha precisato Alberto Marchiori contitolare dell’agenzia immobiliare Marchiori & Contino.
Park e Teleriscaldamento
Il lotto più semplice riguarda l’attuale parcheggio su strada a ridosso della stazione: si prevede la costruzione di un park multipiano con 230-300 posti auto (in foto a dx), con impianto fotovoltaico sul tetto e centrale di teleriscaldamento utilizzabile anche da abitazioni vicine. È lo stralcio di progetto più "semplice" non solo perché largamente in area pubblica ma perché più appetibile dai privati in quanto "facilmente realizzabile con un project financing" ha spiegato l’assessora Cristina Amirante.
Università del design
Due sono i corpi: nel vecchio mulino verrebbero trasferiti il corso triennale e magistrale dell’Isia Roma design sede di Pordenone (facoltà di design insediata al Consorzio Universitario, il cui biennio è in procinto di partire), con aule universitarie, biblioteche e sale studio. Parallelamente (lungo via della Ferriera) si sviluppa un secondo edificio di quattro piani speculare al mulino a cui verrebbe collegato con un ponte (che a sua volta ospiterebbe un Auditorium aperto alla città) i cui spazi sarebbero dedicati soprattutto alla manifestazione Pordenone Design Week, nell’ipotesi di un Centro internazionale del Design Alto Adriatico "nell’ottica della Città del design" ha spiegato Giuseppe Marinelli De Marco direttore scientifico della Design Week. Tra i due edifici verrebbe definita una piazza pedonalizzabile.
Mercato e Campus
Un terzo lotto - appetibile anche ai privati - di cinque piani (non superando l’altezza del mulino) verrebbe costruito "in punta" dedicato alle attività commerciali (al piano terra), prevedendo anche un grande mercato metropolitano o supermarket. Nei piani superiori si prevede un’area residenziale nello stile di un campus che potrebbe valere come piccolo studentato per giovani fuori sede ma anche per residenzialità altra verso chi necessità di un alloggio temporaneo con utenze incluse (anche professori universitari). Si prevedono infine spazi condivisi per il coworking.
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