Pordenonelegge, incontro con Antonia Arslan per i 20 anni de La Masseria delle Allodole
Incontro di storia e storie quello che ha visto al centro la scrittrice di origine armena Antonia Arslan intervistata dal direttore del Festival Gian Mario Villalta. Al lavoro per a ristampa con nuova sua prefazione della Masseria per l'inizio del 2025
Pubblichiamo l'incipit della intervista presente su IL POPOLO di domenica 15 settembre
Professoressa Arslan, cosa ha prodotto "La masseria delle allodole" in questi venti anni?
Ha prodotto una specie di movimento che non mi aspettavo. Tanti che lo hanno letto - anche a scuola e questo mi fa immensamente piacere -, me lo dicono di continuo. Ho l’impressione che questo libro sia stato letto davvero e che ora tante persone sappiano della tragedia armena, cosa che prima era del tutto sconosciuta. E’ stato anche occasione per saperne di più dell’Armenia stessa: ne sono nati viaggi.
Si può ben sostenere che la sua "masseria" ha rotto il velo del silenzio sul genocidio armeno?
Crederei di sì e ringrazio il Signore per questo obiettivo raggiunto. La grande colpa era infatti questa: il silenzio calato subito su quegli orrendi atti di morte. Da parte mia, non avendo scelto di ricorrere ad una scrittura storica come un saggio, ma avendo optato per il romanzo, ho facilitato la conoscenza di quanto era accaduto. Un romanzo che ha camminato parecchio: in venti anni ha raggiunto 45 edizioni.
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