La comunità salesiana accoglie don Livio Mattivi come suo nuovo direttore
L’insediamento è in programma venerdì 24 luglio con la messa delle ore 18.30
Don Livio Mattivi, salesiano, sarà insediato come nuovo direttore dell’istituto Don bosco di Pordenone, venerdì 24 luglio, nella messa delle 18.30. Presiede la celebrazione don Igino Biffi, salesiano, al secondo anno, nell’ufficio di “ispettore” della “Ispettoria salesiana del Triveneto”, che si snoda da Trento a Trieste.
Don Livio, classe 1967, ingegnere, nativo da Trento, si definisce “vocazione adulta” in quanto, fino all’età di 33 anni, ha lavorato presso una grossa industria del vicentino.
“La maturazione della vocazione è senz’altro frutto di una sapiente e paziente opera della provvidenza”, come narra egli stesso. A Trento frequenta la scuola media, e la chiesa dedicata a Maria Ausiliatrice, animata dai salesiani; aveva un collega di studi e di lavoro che stimava l’opera educativa dei successori di don Bosco, ma nulla di più. Trova lavoro presso una grossa azienda, con circa 300 dipendenti; qui viene coinvolto e assorbito dal mondo del lavoro, con i problemi di produzione e di gestione, inevitabili da affrontare, per assicurare la sopravvivenza di una notevole azienda meccanica.
Il datore di lavoro, imprenditore e manager, sa mantenere con i dipendenti un rapporto di competenza e nel contempo di familiarità, attento anche ai valori dello spirito: ad esempio la celebrazione della messa, come si usava allora, in prossimità del Natale, con le maestranze e i dipendenti.
Durante un viaggio di studio in Spagna, il nostro ingegnere avrà l’occasione di entrare in dialogo con un padre Benedettino, proveniente dagli USA; in occasione di un colloquio spirituale, questi gli ventilerà la proposta di interrogarsi sulla propria vocazione. E così sboccia il germe della vocazione sacerdotale.
Sostenuto dal compianto papà Ezio, da mamma Franca e dai fratelli Ada, Lia e Diego, nel 2001 frequenterà l’anno di noviziato a Pinerolo; farà poi gli studi di filosofia a Roma, al Pontificio Ateneo Salesiano – ove anche lo scrivente ha conseguito la specializzazione in teologia pastorale negli Anni Ottanta -; farà poi il tirocinio presso una scuola media di Bolzano, gestita dai salesiani. Frequenta quindi i corsi di teologia alla Crocetta, di Torino e viene ordinato prete salesiano il 19 giugno 2010, nientemeno che presso il santuario di Madonna di Rosa di San Vito al Tagliamento. In questa zona e nelle frazioni vicine, numerose furono infatti le vocazioni salesiane, anche perché tra i primi ad animare il santuario, intorno al 1917, erano stati proprio i salesiani.
Si reca quindi in Bielorussia, per apprendere il russo; poi in Moldavia, a Chisinau, la capitale, ove la comunità salesiana gestiva una Casa famiglia, l’Oratorio e la Scuola professionale; il tutto, dal settembre 2010 al 2016. Passa poi a Costanza, sul Mar Nero, per due anni; qui i salesiani hanno un Centro professionale, l’Oratorio con servizio di dopo scuola e una Casa famiglia.
Dal 2018, a pochi giorni or sono, è stato direttore della comunità salesiana di Bardolino, con un Centro professionale frequentato da circa 220 studenti all’anno, suddivisi in tre corsi di specializzazione – meccanici, elettricisti, addetti alle vendite; era in fase di elaborazione anche un progetto per aprire la specialità di cantiniere; anche qui c’era il servizio di Casa famiglia.
Il nostro don Livio reputa carta vincente la corresponsabilità, frutto della presenza di laici, attivi nelle realtà appartenenti alla Chiesa; nell’importanza di una collaborazione tra le varie realtà sociali e del mondo del lavoro, impegnate a condividere il sistema educativo ideato da don Bosco, che sognava di crescere dei “buoni cristiani e onesti cittadini”.
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