La bellezza sconfinata di Antonia Arslan
Senza geografie, anagrafe, titoli di studio, epoche. Un viaggio nella bellezza tra le pagine della letteratura guidati da un Virgilio dalla voce incantatrice e dalla bussola perfetta: Antonia Arslan
E' una ammaliatrice di pensieri la prof. Arslan quando snocciola a memoria versi di poetesse russe e poeti armeni, quando spilucca righe sugose di brevi poesie giapponesi, quando sorprende i tanti, proprio tanti rapiti ascoltatori, alternando le storie alpine a quelle armene. Una citazione in greco e una in dialetto veneto... Il tutto ad inseguire il tema dell'incontro: la Bellezza, una delle sette parole per i 20 anni di Pordenonelegge (venerdì 20 settembre ore 15 al Capitol, introdotta da Alberto Garlini). E così la scopriamo nell'alpino Sommacal Luigi che ha finalmente un riscatto dopo una vita da manovale umiliato dalla fatica e dalla altrui derisione ("il suo lavoro consisteva in nulla essere e tutto fare"); nell'attesa di una sposa il cui marito è stato portato via dalla rivoluzione russa e per 17 mesi ogni giorno fa la fila davanti al carcere attendendo una notizia; nella poesia dal lager di Celan dove il nero della notte e della morte è illuminato dalla voragine di un al di là che li vedrà, finalmente liberi ("E noi ebrei scavavamo una tomba nell'aria e là non si sta stretti")... Lunga la lista che si è chiusa nel gioco di sguardi di un episodio contenuto nel suo ultimo "La bellezza sia con te". E in tutto questo girovagare una certezza mai apertamente svelata: la bellezza non ha geografie, né epoche, ne età, né ruoli, né ceto... è ovunque un animo la sappia scorgere e cogliere.
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