Coronavirus, quarantena per le badanti al rientro dall’estero. Pagano gli anziani
Battiston della FNP Cisl esamina un problema che riguarda molte famiglie nel territorio
pensionati della CISL si stanno preoccupando della quarantena delle badanti che rientrano dai paesi a rischio. Molte famiglie infatti si trovano in difficoltà ad ottemperare agli obblighi di legge previsti dai decreti sul contenimento del Covid 19. L’attività delle badanti nell’assistenza degli anziani nelle famiglie deve essere considerata una priorità, anche rispetto ai tanti lavoratori che stanno rientrando per riprendere la propria attività lavorativa in altri settori.
Siamo in costante contatto con l’assessore alle politiche sociali del comune di Pordenone Eligio Grizzo e con il livello istituzionale regionale di riferimento per cercare soluzioni al problema. Come rappresentanti della FNP-CISL intendiamo mantenere il nostro impegno che continuerà nonostante i segnali di difficoltà che ci giungono dagli interlocutori i quali ci segnalano l’impossibilità, per loro, di inserirsi dentro un rapporto privatistico di lavoro, con scelte e oneri pubblici, che dovrebbero comprendere non solo il vito e alloggio, ma anche la completa assistenza delle badanti in quarantena.
Ci viene comunicato che le assistenti famigliari che sono sottoposte a tampone rapido, in caso di positività, vengono prese in carico dall’ASL, mentre le altre dovrebbero passare la quarantena negli spazi occupati precedentemente all’interno delle famiglie degli assistiti mettendo così a rischio la salute degli anziani. La FNP-CISL osserva che l’istituzione di un registro che censisca il fenomeno e fornisca i numeri delle persone coinvolte per pianificare un intervento e rendere cosi visibile un fenomeno presente da anni sia cosa utile che condividiamo, ma che non risolve il problema contingente.
Il problema è ulteriormente aggravato anche dai molti lavoratori che, rientrando con mezzi privati dai paesi a rischio al termine delle ferie per la ripresa delle attività lavorative, spesso non trovano ispezioni alle dogane e sfuggono ad ogni controllo con i rischi di contagio conseguenti. Va evidenziato però che molte disposizioni del governo centrale devono trovare in periferia una applicazione coerente a carico dei comuni e della regione molto spesso senza avere il completamento dell’iter legislativo, la conferma viene dalla notizia che ad oggi oltre 100 disposizioni di legge sono in attesa dei decreti attuativi.
Le norme antivirus, la ripresa della attività scolastica, i bonus di varia natura, il sostegno al reddito, la sanità con i suoi limiti strutturali causati da anni di contenimento della spesa pubblica sono tutte azioni che si scaricano sul territorio alle responsabilità in particolare di sindaci e di amministratori regionali, oltre che sui servizi del sindacato Servizio Badanti, Caf, Patronato INAS. Il Coronavirus ha evidenziato tutti i nostri limiti sull’organizzazione della macchina pubblica, sulla scelta di priorità dei trasferimenti dello Stato verso i Comuni e Regioni, spesso si privilegiano interventi a pioggia privi di progettualità. Questo fenomeno si verifica sempre e lo possiamo constatare sistematicamente nei recenti provvedimenti di legge.
Prosegue purtroppo nel nostro paese l’esercizio di “scaricare” verso altri la necessità di fare le cose per evitare impegni e sacrifici che spesso non portano consenso contrariamente alle dichiarazioni roboanti che si fanno in campagna elettorale. Su questo tema la FNP e la CISL già da alcune settimane sono in contatto con il livello istituzionale della sanità Regionale e con l’assessore di riferimento. Non possiamo rinunciare a questo impegno che ci vede vicini alle persone più deboli per le quali intendiamo operare per risolvere i loro problemi.
* Segretario provinciale Cisl FNP
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