L'Editoriale
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Letteratura, oasi salvifica

La letteratura salva. A dirlo - tra i tanti appassionati – la voce autorevole di Papa Francesco che in piene calure agostane ha scritto un insolito documento: "Lettera del Santo Padre Francesco sul ruolo della Letteratura nella formazione". Titolo didascalico che non rende merito allo spalancarsi di scenari che lo scritto regala: una gioia per chi i libri li ama (foto Vatican news)

Parole chiave: Letteratura (7), Papa Francesco (220)
Letteratura, oasi salvifica

Pordenone, e con la città anche i centomila visitatori delle migliori edizioni, sono immersi nelle giornate di Pordenonelegge (18-22 settembre), che tocca il traguardo della venticinquesima edizione. Ad essa, senza soluzione di continuità, segue la manifestazione dedicata all’editoria religiosa "Ascoltare, Leggere, Crescere" (dal 26 settembre al 6 ottobre con anticipazioni il 24 e 25 settembre), che di anni ne raggiunge diciotto. Sono due bei traguardi: dicono quanto alle proposte di incontri con libri e autori siano corrisposte adesioni e partecipazioni, conditio sine qua non del prosieguo di tanto lavoro, investimento, fatica. Se la molla stia nel desiderio di letteratura e libri o nell’incontro con gli autori preferiti o nell’approfondimento di temi di interesse o in tutte queste cose insieme poco conta: gli eventi continuano e, nel ritornare, confermano gradimenti. Non dispiace però pensare che a muovere i piedi di tanti sia quel concreto e immateriale concentrato di mondi - veri, utopici, razionali, scientifici, immaginari - che è il libro e il bene straordinario che sa fare in chi lo frequenta.

A dirlo - tra i tanti appassionati – la voce autorevole di Papa Francesco che in piene calure agostane ha scritto un insolito documento: "Lettera del Santo Padre Francesco sul ruolo della Letteratura nella formazione". Titolo didascalico che non rende merito allo spalancarsi di scenari che lo scritto regala: una gioia per chi i libri li ama.

Un messaggio inizialmente pensato per i Seminari, affinché si aprano alla lettura e alla letteratura tanto classica quanto moderna al fine di far conoscere ai giovani il cuore degli uomini ai quali dovranno annunciare il messaggio del Vangelo, ma presto rivolto a tutti per i benefici che la letteratura porta a chi la frequenta: fa entrare nel mondo concreto degli uomini - che anche Cristo incarnato sperimentò e volle conoscere senza distinzioni di meriti e demeriti -; spalanca orizzonti su altre visioni e culture senza temere di perdersi, incentivando a coglierne le ricchezze. La letteratura include, non esclude a priori, aiuta a non fossilizzarsi solo su quanto ci è di utile ai fini pratici, sollecita, fa sperimentare, mette a confronto, estranea e immerge al contempo. Tutto questo da una parte regala la possibilità di non sentirsi mai soli, dall’altra incrina quel mondo autoreferenziale che oggi spadroneggia, anche attraverso i social che spesso si traducono nel racconto di se stessi.

Leggere fa bene al singolo e alla comunità. Riguardo al singolo, Francesco scrive: "Nella lettura del libro il lettore è molto più attivo (rispetto ai prodotti audiovisivi) in qualche modo riscrive l’opera, la amplifica con la sua immaginazione, crea un mondo, usa le sue capacità, la sua memoria, i suoi sogni, la sua stessa storia piena di drammi e simbolismi... Il lettore si arricchisce di ciò che riceve dall’autore, ma questo allo stesso tempo gli permette di far fiorire la ricchezza della propria persona, così come ogni nuova opera che legge rinnova e ampia il proprio universo personale".

Ma poi va oltre: "Per un credente, che vuole sinceramente entrare in dialogo con la cultura del suo tempo, o semplicemente con la vita delle persone concrete, la letteratura diventa indispensabile". Come non pensare a "Le memorie del sottosuolo" di Dostoevskij o al suo "Delitto e castigo"?

Entrando nello specifico della missione ecclesiale il papa sottolinea che l’incontro con le altre culture - che la letteratura consente - "libera dalla tentazione del solipsisimo assordante e fondamentalista che consiste nel credere che una certa grammatica storico-culturale abbia la capacità di esprimere tutta la ricchezza e la profondità del Vangelo". Senza dubbio Francesco ha fatto dell’attenzione all’altro la sua cifra, come dimostrano il suo ultimo viaggio in Nuova Guinea o l’apertura dell’anno della Misericordia a Bangui nella Repubblica Centrafricana del Congo. Ma il non chiudersi nel proprio bozzolo è un valore per l’uomo al di là della sua fede.

La letteratura spalanca scenari ed esperienze, permette viaggi in luoghi e tempi lontani. Il papa cita San Paolo per ricordare come, fin dalle origini, il cristianesimo non temette il confronto con la cultura precedente, quella classica, considerandola – pur con i suoi dei e i suoi miti - un viatico per l’istruzione e la formazione dei giovani. Cita Paolo VI che nell’incontro con gli artisti (1964) non esitò a chiamarli “maestri” per il loro sapere parlare con efficacia al cuore dell’uomo. Il caso vuole che proprio quest’anno ad inaugurare Pordenonelegge sia stato invitato il card. Gianfranco Ravasi, esperto di Sacre scritture come della letteratura di ogni epoca e latitudine.

La letteratura fa viaggiare anche dentro il cuore dell’uomo, mostra gli abissi nei quali può scivolare e ad un credente – e ancora più a chi ha scelto l’annuncio del Vangelo come missione - offre la possibilità di conoscerli, entrarvi in dialogo e illuminarli. Per Francesco essa è palestra di situazioni: il lettore sperimenta reazioni, vive imprevisti, escogita vie di uscita come o in antitesi ai protagonisti. Cita il teologo britannico Lewis: "Leggendo le grandi opere della letteratura divento migliaia di uomini e, allo stesso tempo, rimango me stesso". Un “me stesso” non egocentrico, ma aperto perché "leggere è ascoltare la voce di qualcuno".

Qui sta il merito dei meriti: un buon libro è "un’oasi che ci allontana da altre scelte che non ci fanno bene". Perché la vita dell’uomo ha pagine di sconforto, fallimento, malattia a cui niente pare in certi frangenti porre rimedio: "Quando neanche nella preghiera riusciamo a trovare ancora la quiete dell’anima, un buon libro ci aiuta almeno a passare la tempesta... e forse ci apre nuovi spazi interiori", dimostrandosi non superato.

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