Piancavallo: fiabe dolci e dolci da fiaba
Nella sala Convegni di Piancavallo Ortoteatro propone sabato alle 17.30 lo spettacolo di e con Fabio Scaramucci con elementi scenotecnici di Paolo Pezzutti e Mauro Fornasier
Sabato 10 febbraio alle 17.30 nella Sala Convegni di Piancavallo, Comune di Aviano e Ortoteatro propongono un altro appuntamento della rassegna A Teatro Anch’Io!. Si tratta dello spettacolo “Fiabe dolci, dolci da fiaba” spettacolo di racconti, spettacolo di racconti, canzoni e immagini di e con Fabio Scaramucci, elementi scenotecnici di Paolo Pezzutti e Mauro Fornasier.
Da diversi anni Fabio Scaramucci porta nelle piazze italiane i suoi spettacoli che si possono definire di “conta/canta/storie”. Sono spettacoli che accomunano in un’unica esperienza gli spettatori di tutte le età, grazie a storie e canzoni che fanno parte al contempo del vissuto dell’adulto e del bambino.
“Fiabe dolci, dolci da fiaba” si inserisce in questo percorso, e narra le avventure di bambini golosi o affamati, protagonisti di fiabe popolari il cui fascino è sempre vivo. Ecco allora la bionda Riccioli d’Oro entrare nella casa di tre orsi e mangiare la loro colazione. Ecco una bimba golosa di frittelle alle prese con un cattivissimo zio (in Friuli e Veneto “Barba Zucon”, in altre regioni Zio Lupo). Ed ecco ancora due bimbi alle prese con la casetta di marzapane e la terribile strega Rosicchia.
Tre fiabe fra le più classiche che i bambini di oggi non sentono più raccontare così spesso nelle loro case, anche se la fame di racconti è sempre viva in loro.
E fra le storie ecco sbucare altri protagonisti di storie/canzoni.
Come Johnny Bassotto, il poliziotto in grado di capire chi ha rubato la marmellata; Maramao, il gatto a cui piaceva mangiare pane e bere vino; la bella Tartaruga che con la sua lentezza ha trovato un mare di gelato; il cagnolino Virgola, che ci insegna che non basta il cibo per vivere, ci vuole amore.
Hanno detto:
…In questo piatto prelibato canzoni da carosello guarniscono storie popolari come Riccioli d’oro, corredate da immagini, proiezioni e disegni. Le voci del giovane pubblico contribuiscono alla narrazione con interventi spontanei, sottolineando i momenti salienti della narrazione fisica del teatro: proprio quando il racconto si fa più divertente o spaventoso o coinvolgente ecco che risate e vocette diventano l’ingrediente principale delle dolci fiabe. Ma ci sono anche le frittelle che insegnano a non ingannare lo zio, il marzapane di cui sono fatte le case delle streghe, un immaginario collettivo che ci trasporta dentro un mondo fantastico, frutto di secoli di tradizioni orali e di sogni ben più profondi e pregni di significato di quanto sembri in principio. Ci sono cattivi ed eroi senza macchia, lezioni morali e raccomandazioni sagge, che le fiabe trasmettono in virtù del loro significato profondo e antropologico: i racconti dell’infanzia non solo sono alla base di ogni cultura, ma anche di ogni individuo e della sua concezione del mondo. Spesso dimentichiamo che il modo migliore per apprezzarne il senso di qualcosa è ripeterlo, raccontarlo. E quando il racconto diventa spettacolo e alla tradizione orale si aggiunge il rito teatrale, l’operazione è tanto entusiasmante che perfino i grandi si stupiscono di esserne coinvolti.
Giulio Bellotto (Reporter Festival L’Ultima Luna d’Estate)
Ingresso gratuito.
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