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Servizio per la Catechesi: verso il convegno di ottobre

Con il mese di maggio il Servizio Diocesano per la Catechesi ha iniziato a tenere viva l’attesa del Convegno Diocesano dei Catechisti previsto per il 24 ottobre prossimo. Un primo step: il questionario

Servizio per la Catechesi: verso il convegno di ottobre

Con il mese di maggio il Servizio Diocesano per la Catechesi ha iniziato a tenere viva l’attesa del Convegno Diocesano dei Catechisti previsto per il 24 ottobre prossimo.
A maggio, dunque, è stato chiesto ai catechisti di condividere la propria esperienza di fede, in particolare alla luce della pandemia e delle sue conseguenze: cos’è cambiato nella fede personale, e cos’è cambiato nel modo di comunicare questa fede?
Le risposte ricevute, seppur non numerose, sono state toccanti e confortanti nella loro autenticità.
I momenti di crisi sono stati un’esperienza comune, ma, invece che motivi di sconforto, sono stati stimoli di crescita spirituale: è stata avvertita fortemente l’esigenza di cercare il Signore in maniera più profonda attraverso la Scrittura, la preghiera, i gesti di vicinanza verso chi aveva bisogno.
La necessità era non solo di trovare un senso a ciò che si stava vivendo, ma soprattutto di scoprire cosa il Signore voleva dirci: è stata un’occasione per aprire gli occhi sulle superficialità, le contrapposizioni e le esclusioni così facilmente accettate in precedenza.
Tutto questo ha portato al desiderio di comunicare una fede che punta all’essenzialità di una vita vissuta alla luce del Vangelo: riuscire, con la grazia di Dio, a restare semplici e aperti in un mondo sempre più complesso e chiuso. Importante è stata la riscoperta della spiritualità familiare: costrette in casa, tante famiglie (dei catechisti e dei ragazzi) hanno colto l’occasione per fermarsi insieme a pregare, a vivere piccole liturgie domestiche, a creare spazi di ascolto reciproco.
L’aver sperimentato la mancanza della Messa ha portato ad una riscoperta della sua centralità e ad un rinnovato desiderio di comunicare a ragazzi e adulti la bellezza di parteciparvi tutti insieme.
La disponibilità delle catechiste a condividere queste riflessioni ci porta ad una ulteriore considerazione: la necessità che fra adulti riscopriamo la bellezza di comunicare la nostra fede personale.
Certe timidezze e remore, più culturali che caratteriali, sono degli ostacoli, che trovano la loro giustificazione in una religiosità troppo istituzionale ed esteriore: lo sconvolgimento della pandemia ha riportato al cuore di una fede personale che non deve aver paura di essere condivisa, comunicata, capace di arricchire e di arricchirsi.
Don Martino Della Bianca

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