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Domani 12 giugno a Casarsa per Le giornate della luce

L’attrice Valeria Ciangottini, giovane camerierina che chiudeva il finale de La dolce vita di Federico Fellini, alle 21 è al Centro Studi Pasolini di Casarsa della Delizia, protagonista di una conversazione pubblica

Parole chiave: Spilibergo (3), Fellini (1), Pasolini (34), Casarsa (55)
Domani 12 giugno a Casarsa per Le giornate della luce

SPILIMERGO- Dopo l’apertura con il maestro della fotografia nel cinema Dante Spinotti e l’inaugurazione delle mostre di questa edizione, prosegue tra Spilimbergo e le altre località coinvolte la V edizione della kermesse che celebra gli Autori della Fotografia del cinema italiano contemporaneo. Fino a domenica 16 giugno il festival “Le Giornate della Luce” - ideato e curato da Gloria De Antoni con Donato Guerra -alterna le proiezioni dei film in concorso, incontri con direttori della fotografia, registi e attori per culminare nell’attribuzione del premio Il Quarzo di Spilimbergo-Light Award, assegnato alla migliore fotografia di un film italiano dell'ultima stagione.

 

Attesi per questa edizione numerosi ospiti di prestigio che animeranno fino a domenica i pomeriggi e le serate del festival a partire dall’atteso arrivo domani, mercoledì 12 giugno, dell’attrice Valeria Ciangottini: la giovane camerierina, miraggio di un’impossibile redenzione, che suggella il finale de La dolce vita, ricorda quella primavera di sessant’anni fa sul set del capolavoro di Federico Fellini. Alle 21.00 al Centro Studi Pasolini di Casarsa della Delizia l’attrice sarà protagonista di una conversazione pubblica a partire da quella sua primissima esperienza cinematografica quando, appena adolescente, Fellini le affidò l’intenso ruolo della fanciulla ingenua e pura, simbolo di una grazia che il protagonista, e gli altri come lui, hanno smarrito. Siamo ad uno degli ultimi ciak del capolavoro felliniano. Una giovanissima ragazza chiama dalla spiaggia Marcello Mastroianni tentando invano di attirare la sua attenzione: a sessant’anni da quella scena l’attrice rievocherà l'emozione di quell’esordio cinematografico in un’opera immortale, divenuta anche l'affresco di un'epoca. Valeria Ciangottini quando interpretò quella parte della ragazzina che camminava sulla spiaggia del litorale laziale aveva appena tredici anni. “Io ero la più' piccola sul set – ha sempre ricordato l'attrice - e ho ancora davanti agli occhi, come se fosse oggi, tutto l’affetto della troupe nei miei confronti”. “Mi coccolavano tutti a cominciare da lui, da Fellini, che era veramente delizioso e si comportava come un padre. Mi spiegava tutto con molta calma, e io facevo tutto con molta facilità e naturalezza, come spesso succede ai ragazzini di quell'età''. Scelta tra 4000 partecipanti, Valeria Ciangottini racconta che Fellini la volle appena la vide. ''Ero arrivata su quel set perché il maestro aveva fatto sapere attraverso un annuncio che cercava una ragazzina intorno ai 14 anni. Ho convinto mia madre a portarmi da lui. Appena mi vide disse che ero proprio io quella che cercava''.

 

Dopo l’incontro, sempre in collaborazione con il Centro Studi Pasolini, proiezione del documentario “Noi che abbiamo fatto la dolce vita” (2009) del grande documentarista Gianfranco Mingozzi, ispirato all’omonimo libro del critico e amico di Fellini, Tullio Kezich. Luciano De Giusti racconterà il contributo di Pasolini alla sceneggiatura del film. “Essere stati sul set de La dolce vita è come aver fatto il militare insieme”, la celebre battuta di Mastroianni accompagna il diario sugli uomini e le donne che fecero La dolce vita. Alternando immagini del film e materiali di repertorio, il documentario è basato su interviste agli autori e ai protagonisti: un omaggio al cinema e a chi lo fa.

 

Ricca di appuntamenti anche la giornata di giovedì dove spicca l’incontro sui cosiddetti “musicarelli”, ilfenomeno cinematografico degli anni Sessanta che sarà raccontato da uno dei protagonisti di allora, Shel Shapiro, con l’autore e il critico Steve della Casa.

Da giovedì partono anche le proiezioni dei film in concorso quest’anno per la migliore fotografia - Michele D’Attanasio per Capri revolution, Roberto Forza per Tito e gli alieni e Daniele Ciprì per La paranza dei bambini – mentre nella giornata di venerdì sono in arrivo le due star di questa edizione, il maestro della cinematografia italiana Pupi Avati e il visionario e acclamato regista inglese Peter Greenaway. Gran finale domenica con l’assegnazione dei premi e la presenza di Simone Cristicchi.

 

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