A San Vito al Tagliamento le fotografie di Vendramini in mostra
Fotografo per passione, osservatore e ritrattista del mondo rurale e del suo paesaggio umano e naturale, il sanvitese Gianenrico Vendramin (1929-2008) ha prodotto in trent’anni di lavoro un vasto fondo documentale dedicato al mondo contadino friulano, attualmente conservato al Craf di Spilimbergo. La mostra rende omaggio a Vendramin e alla sua opera: in essa si ammirano una cinquantina di scatti
Il Festival internazionale di Musica Sacra verte quest’anno sulla Speranza: un tema che viene sviluppato attraverso i concerti che inizieranno in autunno, e con attività collaterali al centro delle quali troviamo alcune mostre d’arte organizzate dal Cicp-Centro Iniziative Culturali Pordenone assieme a Pec-Presenza e Cultura, che organizza il Festival.
In questo periodo (e fino al 29 ottobre), la Chiesa di San Lorenzo a San Vito al Tagliamento ospita la mostra “Gianenrico Vendramin. Fotografare il futuro”, a cura di Giancarlo Pauletto con il coordinamento di Maria Francesca Vassallo e Antonio Garlatti e la collaborazione del Comune di San Vito al Tagliamento.
Fotografo per passione, osservatore e ritrattista del mondo rurale e del suo paesaggio umano e naturale, il sanvitese Gianenrico Vendramin (1929-2008) ha prodotto in trent’anni di lavoro un vasto fondo documentale dedicato al mondo contadino friulano, attualmente conservato al Craf di Spilimbergo. La mostra rende omaggio a Vendramin e alla sua opera: in essa si ammirano una cinquantina di scatti che evidenziano la sua attenzione al mondo dell’infanzia e della giovinezza, sinonimo dell’idea di futuro e quindi di speranza. “Il nostro tema 2023, ‘speranza’ – sottolineano i presidenti di Pec Orioldo Marson e del Cicp Maria Francesca Vassallo – ha un significato universalmente umano, perché la speranza è una delle forze principali che animano la nostra vita qui, sulla terra, produce futuro, è potente spinta al fare, al creare”.
Gianenrico Vendramin ha lasciato importanti testimonianze sulla vita del nostro territorio negli anni ’60/’80 del Novecento, quando – osserva Giancarlo Pauletto – “i segni dell’antichissima civiltà contadina non erano ancora del tutto scomparsi e anzi venivano dal fotografo messi in evidenza, a contrastarne l’evidente e progressiva sparizione: per testimoniare un tempo che, nella sua sensibilità, si rivestiva certamente della nostalgia di chi era stato bambino negli anni Trenta, e giovane negli anni Quaranta e Cinquanta”. Ecco perché in queste foto si coglie “un tono elegiaco, coinvolto, simpatizzate e intenerito: senza che questo vada a scapito della sicurezza e della vitalità dell’immagine, che resta in genere pulita e veritiera anche nei casi in cui potrebbe essere una ‘posa’ ”.
Fra ragazzi arrampicati sull’albero, un bambino sorridente a cavallo di una piccola botte, un bimbo “immerso” nella vigna, con i grappoli che lo circondano e verso i quali tende la mano, il girotondo di bambini e caprette o la ragazzina con due maialini in mano, è tutto un mondo che rivive e invita, appunto, alla speranza.
La mostra si può visitare sabato e domenica: 10.30-12.30 e 15.30-19, o su prenotazione; info: Ufficio Beni e Attività Culturali del Comune 0434.843050, Punto I.A.T. 0434.843030, www.comune.san-vito-al-tagliamento.pn.it, www.centroculturapordenone.it
Nico Nanni
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