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Virus e disabilità, le coop sociali presenti

Tante buone pratiche per allentare gli effetti della quarantena sui percorsi avviati

Un aspetto forse meno evidente, nel “mare” delle restrizioni rese necessarie dall’emergenza coronavirus, ma molto impattante per le famiglie di persone disabili che frequentavano i centri diurni del Friuli occidentale, ora chiusi: la quarantena tra le mura domestiche rischia di mettere in crisi percorsi personali e professionali avviati da anni. Ma gli utenti e i loro famigliari non sono stati lasciati soli, come sottolineato dalle cooperative sociali aderenti a Confcooperative Pordenone – Federsolidarietà, che si occupano di un centinaio di persone disabili sul territorio. “In questo momento così delicato di emergenza, ci teniamo a far sapere che tutte le realtà del nostro territorio stanno cercando di tenere monitorate le situazioni di famiglie con a carico una persona con disabilità via telefono, con chiamate più volte alla settimana della durata di oltre 30 minuti - dichiara Giuliana Colussi, referente provinciale cooperative sociali Confcooperative Pordenone - Federsolidarietà -, con diversa intensità a seconda dell’organizzazione e a seconda delle singole situazioni degli utenti. Si sta mettendo in campo una assistenza a distanza con molta creatività e grande disponibilità da parte degli educatori professionali: c’è chi tiene i contatti con videochiamate e cerca di coinvolgere gli utenti a casa, chi con brevi videoclip ha strutturato un’attività al mattino e una al pomeriggio, chi si è organizzato o si sta organizzando per una consulenza psicologica a distanza. Tutto questo per supportare le famiglie e in linea con i protocolli in atto con l’Azienda sanitaria Friuli occidentale”.
Gli esempi sono tanti, molti dei quali incentrati sull’utilizzo di filmati, videochiamate e testi inviati tramite strumenti digitali. La Cooperativa Sociale di Solidarietà Familiare onlus di Porcia ha trasportato sul digitale i suoi laboratori, come quello di cucina. Da Opera Sacra Famiglia il progetto "Specialmente a casa" con l’elaborazione di videoclip per fare attività da casa e quindi occupare le giornate degli utenti oppure il progetto di supporto per le famiglie in via di elaborazione da parte della cooperativa Acli per sei utenti del centro diurno e l’attività di supporto psicologico gratuito proposto dalla cooperativa Futura di San Vito al Tagliamento, in via di attivazione. Tutte le cooperative inoltre hanno avviato un sistema di chiamate telefoniche, anche più di una volta al giorno, per sentire esigenze e problematiche delle persone e delle famiglie. E dove le famiglie sono composte da genitori anziani, ci si rende disponibili anche ad aiutarli con la spesa e i medicinali, come sottolineato dalla cooperativa Il Piccolo Principe di Casarsa. “Le cooperative sociali - ha concluso Luigi Piccoli, presidente di Confcooperative Pordenone e del Consorzio Leonardo - sono sempre al fianco delle famiglie anche in questo momento così difficile, segno di come i valori cooperativi non vengono meno neanche nelle situazioni di emergenza. Come Confcooperative Pordenone stiamo anche inserendo tutte queste buone pratiche nell’Operazione "Solidarietà Cooperativa", con la quale puntiamo a fornire strumenti utili per il presente e per il futuro”. (d.f.)

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