Premier Conte: fino al vaccino mascherine e distanziamento sociale
“L'obbligo di indossare mascherine e il distanziamento sociale dovranno essere mantenuti, seppure con alcune modifiche, fino a che non ci saranno vaccino o terapie efficaci”. Le parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, della sua informativa al Senato (21 aprile).
“Il Governo è consapevole della necessità di rafforzare i sistemi di prevenzione e il tampone è l’unico strumento certo di identificazione del virus per questo l’obbligo di indossare mascherine e il distanziamento sociale dovranno essere mantenuti, seppure con alcune modifiche, fino a che non ci saranno vaccino o terapie efficaci”. Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte ha aperto così, intorno alle 15.00, la sua informativa al Senato. Un provvedimento che Conte ha inserito in una lista di cinque punti, in vista della cosiddetta fase 2, che prevede anche il rafforzamento dei servizi di prevenzione per evitare che si ripetano casi come quello dell’esplosione di contagi nelle residenze sanitarie per anziani e l’individuazione di strutture dedicate esclusivamente al trattamento del Covid-19, per ridurre i rischi di contagio per operatori sanitari e pazienti. Ma anche un piano di indagine epidemiologica basato sui test sierologici che Conte ha annunciato nell’ordine di una prima ondata di 150mila (seguiti da altri 150mila) e soprattutto la controversa “app” di tracciamento “che – ha voluto precisare il premier – potrà essere scaricata solo su base volontaria” e il cui utilizzo non comporterà conseguenze o restrizioni per chi non vorrà utilizzarla.
Conte ha sottolineato la necessità di ripartire con una assoluta gradualità perché “avere un atteggiamento avventato rischierebbe di compromettere i tanti sacrifici fin qui fatti”. Ma non esiste solo una priorità sanitaria. È indispensabile infatti far ripartire il motore economico del Paese mettendo in atto tutte le misure necessarie ad una riapertura di tutte le attività produttive e commerciali del Paese. E questo, sulla base di un “piano omogeneo” che il Governo intende sostenere elaborando un nuovo decreto legge che sarà supportato da uno stanziamento di almeno “50 miliardi, che andranno ad aggiungersi ai 25 miliardi già stanziati”. Conte ha annunciato che presto Palazzo Chigi invierà al Parlamento una relazione con la richiesta di scostamento dal bilancio di previsione. “Questa crisi – ha detto – sta incidendo sulle fasce più fragili e rischia di creare nuove povertà e lacerare un tessuto sociale già provato”. E per questo ha annunciato un sostegno alle famiglie e alle imprese “prolungato nel tempo ancora più incisivo”.
Dunque nessun allentamento delle restrizioni a macchia di leopardo, ma una ripresa ponderata che tenga però sempre “sotto controllo la curva dei contagi e la specifica recettività delle strutture ospedaliere delle aree di riferimento al fine di prevedere provvedimenti specifici di restrizione per le zone che dovessero essere interessati da una recrudescenza dell’epidemia”.
Il capo del Governo ha quindi affrontato anche l’annoso tema della reazione europea rispetto alla crisi che sta attanagliando l’unione europea soffermandosi in particolare sulla scelta dello strumento più adeguato per poterla affrontare. “Sul Mes si è alimentato un dibattito che rischia di dividere l’Italia” ha detto, ribadendo la sua preferenza rispetto alla proposta francese per l’emissione di bond che permettano di condividere il debito. Conte ha fatto riferimento poi al consiglio europeo di dopodomani auspicando una risposta diversa da quella giunta fino ad ora da Bruxelles. Una risposta “non adeguata” ha riaffermato, rispetto a quanto messo in campo dagli Stati Uniti o da altre economie orientali. ”Non accetterò alcun compromesso al ribasso – ha concluso Conte – non ci possono essere Stati vincitori o Stati perdenti, perché o l’Europa ne esce insieme, oppure si rischia di affondare insieme”.
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