Numeri chiari, i vaccini sono efficaci per prevenire le conseguenze più serie del coronavirus
Effetto green pass rafforzato: cresce il numero di chi fa la prima dose. Ok dell’Aifa per i bambini fra 5 e 11 anni
Dopo la settimana in cui il Friuli Venezia Giulia aveva fatto da apripista, in tutta Italia è entrato in vigore il cosiddetto super green pass.
Per ottenerlo non sarà più sufficiente sottoporsi a un tampone rapido o molecolare. Servirà essersi vaccinati ovvero essere guariti dal coronavirus da non più di sei mesi.
Il green pass rafforzato sarà - in linea generale - richiesto per poter svolgere un po’ tutto: sedersi al bar o al ristorante, salire su un mezzo pubblico, a teatro o allo stadio, così come sarà richiesto per partecipare a cerimonie o iniziative pubbliche al chiuso.
Il green pass base, quello cioè che si può ottenere anche grazie a un tampone negativo, sarà valido, ad esempio, per andare a lavorare.
Questo strumento deciso dal Governo rappresenta una via di mezzo tra il green pass base e l’obbligo vaccinale al quale pure sono già ricorsi alcuni stati membri dell’unione Europea come l’Austria, mentre altri ci stanno pensando, come la Germania.
L’obiettivo è chiaramente quello di frenare gli effetti della quarta ondata, spingendo la gente che ancora non si è vaccinata a farlo.
E qualche risultato si sta ottenendo visto che, nell’ultima settimana, le prime dosi somministrate in Italia sono state oltre 100 mila.
Campagna vaccinale ok Al momento nel nostro Paese risulta vaccinato l’85% della platea vaccinabile (popolazione sopra i 12 anni). Tenendo conto anche di quanti hanno fatto la prima dose e quindi completeranno il ciclo vaccinale entro un mese, la percentuale sale all’88%. Un risultato sicuramente di alto livello, che ci pone come uno dei paesi in cui la campagna vaccinale impostata dal Governo Draghi ha ottenuto i risultati migliori.
Numeri che in parte contrastano con la fotografia che talvolta anche i media offrono, dando forse troppa eco mediatica a una minoranza renitente al vaccino. Una minoranza rumorosa senz’altro, ma che - a conti fatti - rappresenta un italiano su dieci.
La scienza tuttavia ci dice che dopo 6 mesi dalla seconda dose del siero contro il covid, le nostre difese immunitarie calano. Restano tutto sommato alte per difenderci dagli effetti più gravi del coronavirus (ospedalizzazione, ricovero in terapia intensiva e morte), ma si dimezzerebbero per quanto riguarda la capacità del vaccino nel prevenire il contagio.
Logico quindi assistere oggi a una recrudiscenza dei contagi. E per questo è stata avviata la campagna per somministrare anche una terza dose di richiamo che, si spera, dovrebbe garantire una copertura per almeno un anno.
Bollettini a confronto L’efficacia dei vaccini è facilmente dimostrabile anche solo comparando i numeri registrati oggi, in un momento di risalita, e quelli acclarati un anno fa, quando i vaccini non c’erano.
Confrontiamo, ad esempio, il bollettino giornaliero del 25 novembre 2020 con quello del 25 novembre di quest’anno.
I nuovi casi registrati in un giorno erano quasi 26mila nel 2020. Sono stati 13.764 nel 2021. Praticamente la metà.
I decessi registrati il 25 novembre 2020 erano stati 722. Sono stati 71 il 25 novembre 2021: un decimo.
L’indice di positività lo scorso 25 novembre era del 2,1%. Un anno prima, lo stesso giorno, era dell’11,2%.
Gli attualmente positivi erano 166.598 quet’anno, 365 giorni fa erano quasi 800mila.
Bambini Anche l’Aifa, dopo l’Ema, ha dato l’ok alla vaccinazione dei bambini in età compresa fra 5 e 11 anni. Il vaccino si potrà prenotare a partire dal 13 dicembre. Le somministrazioni, che potrebbero avere un canale dedicato, dovrebbero partire il 16 dicembre.
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