Veneto Orientale
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Infrastrutture, turismo culturale, sburocratizzazione e fusione dei Comuni per rilanciare il Veneto Orientale

La proposta è dare una svolta a questioni irrisolte come il casello di Bibione, il collegamento turistico tra spiagge ed entroterra, la riduzione dei tempi di approvazione delle pratiche edilizie e la fusione dei Comuni

Tasso % di disoccupazione nel 2019

 

La pandemia da covid-19 ha invertito molti trend di crescita ed anche il Veneto Orientale ne ha pagato le conseguenze. Per avere una visione d’insieme della situazione di questo territorio, l’ultimo studio della Fondazione Think Tank Nord Est prende in esame non solo il 2020, ma i dati dell’ultimo decennio ed oltre.

A livello demografico, dal 2010 al 2020 il Veneto Orientale è in flessione: il calo è determinato dal Portogruarese (-3%), che in dieci anni ha perso quasi tremila residenti, scendendo a poco più di 93 mila abitanti. Il Sandonatese è invece in crescita (+1,4%), con una popolazione di oltre 141 mila persone. Gli unici Comuni ad aumentare il numero dei residenti sono: Jesolo (+5,6%), San Donà di Piave (+3,3%), Noventa di Piave (+3,1%), Cavallino-Treporti (+1,8%) e Torre di Mosto (+1,5%). Mentre le performance peggiori si registrano a: Cinto Caomaggiore e Annone Veneto -4,8%; Eraclea -4,5; Meolo -4,1%; Caorle -4%.

Anche a livello di imprese il Portogruarese mostra maggiori difficoltà, ma la flessione coinvolge praticamente tutto il territorio (con l’eccezione di Cavallino-Treporti e Noventa di Piave): il Veneto Orientale, tra 2010 e 2020, ha perso il 6% delle aziende. Oggi, quasi un’impresa su quattro è attiva nel commercio (23,6%), ma è importante anche il contributo dell’edilizia (16,8%) e dell’agricoltura (15,9%), anche se entrambi i settori sono in forte calo tra 2010 e 2020 (-19,8% e -21,9%). Nell’ultimo decennio, i servizi alla persona mostrano il trend migliore (+23%), ma è cresciuto anche il ruolo dei servizi alle imprese (+17,7%), che hanno raggiunto l’agricoltura per numero di aziende. Si sono consolidati alloggio e ristorazione (+6,4%), mentre è in forte calo la manifattura (-14,6%).

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, nel 2019, in Veneto Orientale il tasso di disoccupazione si attestava al 9,2%, un dato nettamente superiore rispetto al dato veneto (7,6%) e veneziano (8,1%). Nel computo pesano soprattutto i lavoratori stagionali delle località turistiche. Anche in questo caso, la performance del Portogruarese è peggiore (9,7%) del Sandonatese (8,9%).

A livello di infrastrutture, la A4 Venezia-Trieste è l’autostrada più pericolosa del Nordest, con un tasso di incidentalità pari a 6,9 incidenti ogni 100 milioni di km percorsi (ultimi dati disponibili anno 2019). Come noto, purtroppo, gli incidenti avvengono soprattutto nel tratto San Donà di Piave - Portogruaro, rimasto ancora a due corsie e interessato da consistenti flussi di trasporto merci. Infatti, solo la pandemia nel 2020 ha arrestato la crescita del traffico pesante lungo la A4, che nel 2019 era tornato ai livelli pre-crisi del 2008, registrando un +16% di km percorsi dal 2013 al 2019.

Il movimento turistico ha mostrato una tendenziale crescita tra 2005 e 2019. In questo periodo, infatti, le presenze delle quattro località turistiche principali del Veneto Orientale sono aumentate: Cavallino è passata da 5,3 a 6,3 milioni di pernottamenti; Bibione da 5,3 a 5,9 milioni; Jesolo da 5 a 5,4; Caorle da 3,7 a 4,3. Il covid ha arrestato bruscamente il trend nel 2020, quando Cavallino (-49%) e Jesolo (-42%) hanno registrato 3,2 milioni di presenze, Bibione 2,9 (-50%) e Caorle 2,3 (-47%).

“Il Veneto Orientale deve risolvere alcune storiche criticità - spiega Antonio Ferrarelli, presidente della Fondazione Think Tank Nord Est e del Distretto Turistico Venezia Orientale - a partire da un’insufficiente dotazione infrastrutturale: il Masterplan della viabilità del Veneto Orientale dovrebbe promuovere il potenziamento degli accessi alle spiagge, Bibione in primis. Il turismo estivo potrebbe poi collegarsi all’offerta dell’entroterra, valorizzando iniziative culturali, anche promosse dalle imprese attraverso il Distretto Turistico. E’ poi necessario accelerare sul fronte della sburocratizzazione, adottando linee guida comuni tra tutti i Municipi per semplificare l’attività delle imprese. Ed infine - conclude Ferrarelli - la fusione dei Comuni va considerata come un’opportunità di crescita, favorendo il confronto con i territori che l’hanno già realizzata.”

 

Fonte: Comunicato stampa
Infrastrutture, turismo culturale, sburocratizzazione e fusione dei Comuni per rilanciare il Veneto Orientale
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