Ciclismo, è sbocciato il talento di Christian Danilo Pase

E’ sbocciato anche Christian Danilo Pase. Lo junior di Pasiano, portacolori della Work Service Romagnano, residente per motivi di studio a Orsago, in provincia di Treviso, ha vinto la 31a Casut-Cimolais, la classica che valeva come seconda tappa del Giro del Friuli Venezia Giulia, gara nazionale a tappe, che ha concluso da leader della classifica a punti. Il successo, tra l’altro, è arrivato il giorno della scomparsa dello storico meccanico Paolo Conte.

Christian, dopo il Giro del Friuli il tuo bicchiere è mezzo pieno oppure mezzo vuoto?

Un po’ di amaro mi è rimasto, devo ammetterlo. Dopo il successo di Cimolais un pensiero alla classifica generale l’ho fatto. Comunque mi accontento della maglia rossa della classifica a punti e guardo ai prossimi appuntamenti con rinnovata fiducia.

La tua prima vittoria da junior nella classica pordenonese per eccellenza, la Casut-Cimolais. Prima di te solo Antonio Vendrame e Ronny Gobbo l’avevano conquistata fra i corridori locali.

Il percorso l’avevo studiato per bene, la salita l’ho percorsa più volte. Ci tenevo tanto a vincere la Casut-Cimolais per il grande prestigio che ha questa corsa. Volevo proprio lasciare il mio nome sull’albo d’oro.

Dal trampolino di Cimolais verso quali obiettivi ti tufferai?

Prima di tutto il campionato italiano su strada. Il tricolore è in programma sabato 5 settembre a Montegrotto Terme, in provincia di Padova. È la corsa di casa, essendo organizzata dalla mia società. Mi sento molto bene e non nascondo le mie mire. Di sicuro ci proverò: conosco bene il circuito, che abbiamo provato in inverno, e credo che si adatti anche alle mie caratteristiche.

A un certo punto della tua formazione hai scelto di emigrare in Veneto. Quali differenze hai colto con il ciclismo friulano?

Il vantaggio di correre in una squadra friulana è che la concorrenza è molto limitata, mentre in Veneto la competitività è superiore. Tuttavia è cresciuto molto anche il ciclismo del Friuli Venezia Giulia in questi anni.

Sei un prodotto della cantera del gruppo ciclistico Pasiano proprio come Eric Paties Montagner, campione italiano da allievo, e come Manlio Moro, campione italiano a cronometro e nella corsa a punti. La scuola granata alla riscossa?

Quella del Pasiano è stata una bella scuola, istruttiva, mi ha insegnato molto, facendomi crescere. Il presidente Roberto Gobbo, in particolare, mi è stato sempre vicino. Ero certo che prima o dopo sarebbero arrivati questi risultati da parte mia, di Eric e di Manlio perché il talento c’è e siamo stati preparati molto bene.