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Uti Sile Meduna, come trasformare la crisi in soluzioni alternative creative

Progetto Monitor: “Non lasciamo indietro nessuno”

Il 20 novembre è stata celebrata in tutto il mondo la Giornata dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Il progetto Monitor delle Uti Sile -Meduna si inserisce in questo grande capitolo dell’umanità e rappresenta, nel contempo, il porto dal quale partire e il faro che orienta la rotta e permette di intravedere la destinazione.

I bambini esprimono la necessità di avere accanto adulti sensibilmente attenti ai loro bisogni. E’ non solo una necessità, ma un diritto; e noi adulti possiamo e dobbiamo recuperare la nostra responsabilità educativa.

Il progetto Monitor si rivolge da anni a una molteplicità di destinatari (bambini, ragazzi, genitori, insegnanti, educatori, operatori), attraverso variegate forme di intervento, dall’osservazione, alla consulenza breve, alla facilitazione, alla formazione… che nemmeno l’emergenza sanitaria ha interrotto; anzi, dopo un iniziale momento di smarrimento, tutto il Servizio Sociale, nei suoi numerosi profili professionali (assistenti sociali, operatori di comunità, assistenti domiciliari e amministrativi, psicologi ed educatori) si è attivato per trasformare questa crisi in opportunità di crescita dando vita a soluzioni creative per superare il paradosso creatosi durante il lockdown: coniugare il rispetto per i diritti e i bisogni dei bambini e delle famiglie con il rispetto delle necessarie norme di sicurezza per vivere in modo fruttuoso il tempo di isolamento.

Dal rapporto sulle attività svolte nel corso dell’anno scolastico 2019/20 dagli operatori del Progetto Monitor emerge che i bambini e i ragazzi beneficiari di interventi promozionali, preventivi e inclusivi, hanno interessato circa il 30% della popolazione scolastica di riferimento (5700 tra bambini e ragazzi).

Gli interventi realizzati per le famiglie e per gli insegnanti sono stati oltre 1500: sono stati coinvolti 101 gruppi classe, di cui 34 in percorsi laboratoriali; sono state elaborate 248 osservazioni di approfondimento sui minori; sono state effettuate 230 consulenze alle famiglie e 637 al personale scolastico; si contano 41 interventi formativi per le famiglie e 21 per gli insegnanti, gli educatori e gli operatori sociali; infine sono state attuate 40 iniziative e progetti territoriali che hanno coinvolto gli operatori del Monitor.

Ogni azione e intervento nascono dall’analisi dei bisogni espressi da bambini e ragazzi, dalle famiglie e dall’ambiente. E’ interessante l’analisi riguardante i minori: i bisogni legati all’area emotiva e all’autocontrollo, insieme a quelli dell’area delle relazioni familiari e sociali, rappresentano più del 50% delle fragilità rilevate che, se non adeguatamente ascoltate, nel tempo possono trasformarsi in criticità.

Sono espressione degli apprendimenti emotivi e relazionali il gioco e il tempo libero; bisogni di cui non ci si preoccupa abbastanza, nonostante siano un diritto riconosciuto come inalienabile e fondamentale per una crescita sana.

Da questo privilegiato punto di osservazione si evidenzia quanto sia fondamentale per i bambini il gioco e per i ragazzi disporre di spazi di costruttiva aggregazione. Purtroppo c’è il rischio che non se ne parli abbastanza.

A partire dal riconoscimento di questi bisogni, molte attività si sono focalizzate sugli adulti educanti con i quali il confronto risulta indispensabile. Rafforzare le competenze, valorizzare le proprie risorse, accedere ai propri talenti per far fronte alle sfide educative sono temi condivisi per rispondere alle difficoltà spesso espresse da questi adulti  per sostenere esperienze stressanti che vanno al di là del quotidiano (lutti, separazioni, passaggi di vita).

Oggi più che mai siamo di fronte a nuovi fenomeni sociali che prepotentemente richiamano gli adulti educanti a riflettere sul proprio ruolo di fronte ai bisogni educativi.

Non lasciamo senza risposta i bisogni che i bambini e i ragazzi esprimono con i loro comportamenti, i loro pensieri e le loro emozioni. Non lasciamo indietro nessuno.

Fonte: Redazione Online
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