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Speciale autismo, dal Programma Respiro al Dopo di Noi

Pensare in grande e per i grandi

Speciale autismo, dal Programma Respiro al Dopo di Noi

Un bel respiro, e si sente subito sollievo. Quante volte, invece, viviamo la quotidianità in apnea, "soffocati" dalla frenesia che non concede tregua. Senza, appunto, un attimo di respiro. Che non è solo quello nel senso ristretto del termine. Prendete, ad esempio, una famiglia con figli affetti da autismo. Dedicare ad ognuno un programma personalizzato, modulato in base alle singole necessità, ha una valenza (almeno) duplice: intraprendere un percorso verso l’autonomia, e concedere sollievo alle famiglie che intravedono così un futuro più sereno.

Il programma individualizzato, le settimane vacanze, i week end lontano dai genitori, e altre iniziative ancora, sono tutti contenuti inseriti nel contenitore "Programma Respiro".

Fondazione Bambini e Autismo di Pordenone agisce fin dalla sua nascita, 21 anni fa, lungo questa direzione. Il concetto importante da rimarcare - anzi uno dei - è l’agire a 360° per sollevare almeno un po’ le famiglie dalle preoccupazioni. "Tra i vari progetti stiamo lavorando per il "dopo di noi": dare delle prospettive rientra nel respiro che è un concetto ad ampio raggio, fisico e psicologico - sottolinea Cinzia Raffin, Presidente e direttore scientifico della Fondazione (info su https://www.bambinieautismo.org, ndr) -. In quest’ottica c’è anche l’Unità di urgenza per l’autismo, molto importante perché per queste persone in agitazione psico-motoria o in qualsiasi altra condizione di malattia che non richieda un intervento in acuzie, è un problema andare in ospedale, struttura non sempre adeguata alle loro caratteristiche".

Al proposito, è "chirurgica" anche la selezione operata nella scelta dei luoghi di villeggiatura: "Devono essere consone a persone con autismo, quindi - ad esempio - non affollate, con spazi per la privacy e personale accogliente.

L’altra parola chiave è autonomia. Emblematica la risposta che una persona con autismo ha dato alla domanda "Qual è l’esperienza più bella che hai vissuto?" dopo aver trascorso un weekend lontano da casa: "Ho imparato a fare il letto".

Magnifico: testimonia l’abilità acquisita e la voglia di farlo. Innescando un meccanismo virtuoso.

Fonte: Redazione Online
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