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Pordenone, gioco d’azzardo: stimati tra i 260 e i 1.144 patologici

A Pordenone e provincia già presi in carico 127 utenti

Pordenone, gioco d’azzardo: stimati tra i 260 e i 1.144 patologici

I casi di dipendenza dal gioco d’azzardo sono in continuo aumento, per quanto si tratti in tanta parte di un fenomeno sommerso che sta drammaticamente espandendosi anche tra gli adolescenti. Ci sono i frequentatori abituali delle slot machine che preferiscono il bar o le sale da gioco, ma stanno aumentando i giocatori on line anche nel mondo femminile, per non dire dei giovani e giovanissimi che hanno una enorme dimestichezza con la tecnologia virtuale che consente di giocare d’azzardo, in modo particolare con le scommesse sportive.

CIFRE Il gioco d’azzardo è una voragine senza fondo che in Italia nel 2016 ha inghiottito 26 miliardi nelle slot di nuova generazione, 22 nelle videolottery, 12 nel gioco a carte, 9 nel "gratta e vinci", 7 nel lotto, 6 nelle scommesse sportive, 4 nel gioco on line e 2 nel bingo.

DONNE Come osserva la psicologa Carla Bristot, referente dell’èquipe che si occupa del disturbo da gioco d’azzardo presso il Dipartimento per le Dipendenze di Pordenone, le donne vittime del gioco patologico che chiedono di entrare nel percorso di cura sono in aumento. Nel 2017 nel Friuli VG le persone con disturbo da gioco d’azzardo che sono state prese in cura presso i Dipartimenti per le dipendenze sono state 512 (389 maschi e 123 f).  A Pordenone e provincia sono stati presi in carico 127 utenti (94 maschi 33 f) tra i 19 ai 60 anni.

Nel comune di Pordenone la percentuale di popolazione che ha una dipendenza da gioco d’azzardo è tra lo 0,5e il 2,2% della popolazione residente (ministero salute). Quindi a Pordenone su 52.000 abitanti si possono calcolare  tra un minimo di 260 a un massimo di 1.144 patologici. In Italia sono circa 400 mila le donne in cura per dipendenza da gioco d’azzardo di cui il 49% frequenta siti on line. Tradizionalmente le donne che giocano sono tenute in ombra rispetto ai maschi, ma negli ultimi anni la quota delle giocatrici è aumentata. Le donne cercano nel gioco la compensazione a vuoti affettivi o a situazioni familiari stressanti. Chiedono aiuto quando si trovano in una forte fase depressiva; alcune iniziano un percorso di cura altre non lo accettano. Il più delle volte non hanno il supporto del marito o dei familiari che negano il problema e le lasciano sole nella loro angoscia.

CURA Le persone dipendenti dal gioco d’azzardo sono affette da una vera malattia e possono uscirne soltanto seguendo uno specifico percorso di cura. Quando arrivano al Dipartimento per le Dipendenze per chiedere aiuto, il loro quadro economico è perlopiù gravissimo: pesante situazione debitoria, proprietà vendute, famiglie sul lastrico, problemi con la giustizia per furti e truffe… Ma non è solo la situazione economica a preoccupare; anche la situazione familiare si presenta fortemente deteriorata.

Il percorso di cura inizia con l’accoglienza del paziente e della famiglia da parte dell’èquipe (psicologa, assistente sociale, psichiatra, infermiera). Per ogni paziente, come pure per la famiglia, è concordato un progetto di cura personalizzato. Il percorso terapeutico prevede un anno di terapia di gruppo con la presenza  di un familiare . La terapia e’ supportata dal monitoraggio economico fatto con un familiare e l’assistente sociale dell’equipe con lo scopo di rieducare il giocatore all’uso del denaro di cui si intende fargli percepire anche il valore.

Inizialmente i giocatori d’azzardo fanno fatica ad accettare il controllo economico ed è importante che il familiare non interferisca con decisioni prese autonomamente nello svolgere questo compito. Concluso il percorso di terapia, il giocatore può riavere la sua autonomia economica.

Flavia Sacilotto

Fonte: Redazione Online
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