Ora di religione: è tempo di iscrizioni
Gennaio è il mese delle iscrizioni ed anche il tempo per segnalare alle segreterie scolastiche l’intenzione di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento dell’ora di religione (IRC).
Gennaio è il mese delle iscrizioni ed anche il tempo per segnalare alle segreterie scolastiche l’intenzione di avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento dell’ora di religione (IRC).
"Frutto della revisione del Concordato del 1984, questo insegnamento si è ormai consolidato come apprezzata componente del curricolo scolastico ed è scelto da una maggioranza ancora cospicua di studenti e famiglie, che vi trovano risposta soprattutto in termini di formazione personale, di proposta educativa e di approfondimento culturale", cosi ci scrive la Presidenza della Conferenza episcopale italiana. Non sono parole di rito, ma esprimono una convinzione profonda della validità e importanza di tale insegnamento dentro le finalità della Scuola, in un mondo e una cultura sempre più variegati, sfaccettati e pluriculturale. È un servizio che viene offerto a tutta la comunità scolastica, alle famiglie, alla società intera. Sempre i nostri vescovi ci ricordano le finalità di questo insegnamento: "[E’] un’occasione di ascolto delle domande più profonde e autentiche degli alunni, da quelle più ingenuamente radicali dei piccoli a quelle talora più impertinenti degli adolescenti. Le indicazioni didattiche in vigore per l’IRC danno ampio spazio a queste domande; a loro volta, gli insegnanti di religione cattolica sono preparati all’ascolto, presupposto per sviluppare un confronto serio e culturalmente fondato".
In breve parole si delineano i luoghi operativi di questo insegnamento: dare spazio e tempo alle grandi domande dell’uomo, attraverso le tipiche metodologie della didattica e nel rispetto di tutti, evidenziando la risposta plurisecolare del cristiano-cattolicesimo realizzatasi nelle sue specifiche e storiche forme in Italia.
Un luogo di ascolto quindi, oltre che di rielaborazione culturale, soprattutto delle istanze adolescenziali e giovanili, come indicato del recente Sinodo dei Vescovi: "I giovani sono chiamati a compiere continuamente scelte che orientano la loro esistenza; esprimono il desiderio di essere ascoltati, riconosciuti, accompagnati. Molti sperimentano come la loro voce non sia ritenuta interessante e utile in ambito sociale ed ecclesiale. In vari contesti si registra una scarsa attenzione al loro grido, in particolare a quello dei più poveri e sfruttati, e anche la mancanza di adulti disponibili e capaci di ascoltare" (Documento finale, 27 ottobre 2018, 7).
L’Ora di religione è luogo per eccellenza di ascolto, di confronto, di discussione. Continuano cosi i nostri vescovi: "Il Sinodo ha anche constatato che, "se per molti giovani Dio, la religione e la Chiesa appaiono parole vuote, essi sono sensibili alla figura di Gesù, quando viene presentata in modo attraente ed efficace. In tanti modi anche i giovani di oggi ci dicono: "Vogliamo vedere Gesù" (Gv 12,21), manifestando così quella sana inquietudine che caratterizza il cuore di ogni essere umano: l’inquietudine della ricerca spirituale, l’inquietudine dell’incontro con Dio, l’inquietudine dell’amore" (50)". Non si tratta di fare proselitismo, ma di offrire un’occasione di confronto per lasciare che ognuno possa, nell’intimo della propria coscienza, trovare risposte convincenti.
Non possiamo che fare nostro l’auspicio dei nostri vescovi, peraltro confermato dallo storico dei dati statistici: "Ci auguriamo che anche quest’anno siano numerosi gli alunni che continueranno a fruire di tale offerta educativa, finalizzata ad accompagnare e sostenere la loro piena formazione umana e culturale".
diac. Giovanni Dalla Torre
Direttore Ufficio Scuola Diocesi
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