Le visite dei Presidenti della Repubblica a Pordenone
Furono ben sette; da Segni a Napolitano. Eccone i tempi e i luoghi
Pordenone, nel corso della storia, ha meritato insieme al suo territorio la visita di più Presidenti della Repubblica: ben sette. Li ricordiamo.
ANTONIO SEGNI
(1962 -1964)
Nell’ottobre del 1963 è tra le nostre genti sconvolte dalla tragedia del Vajont il presidente della Repubblica Antonio Segni. Eletto il 6 maggio dello stesso anno, dopo un lungo e faticoso iter di nove scrutini.
Segni, uomo di alto valore scientifico, statista cristiano di alto pregio. La sua presidenza inizia con grandi eventi che lo coinvolgono e a volte ne richiedono la presenza: Concilio Vaticano II in atto, il 3 giugno 1963 muore papa Giovanni XXIII. Il 22 novembre del medesimo anno muore, durante un attentato, Jhon Kennedy presidente degli Stati Uniti d’America.
Il 9 ottobre precedente la grande tragedia del Vajont. Segni il 13 ottobre va a visitare le terre e le genti dolenti, Erto e Casso e la Colonia del Salvatore che l’Opera Sacra Famiglia ha messo a disposizione degli sfollati. La dirige in emergenza don Giovanni Perin senjor, sempre indafaratissimo. Quando Segni visita la Colonia viene presentato al ministro Rumor e all’on. Toros, che sono con lui, un primo sommario quadro della situazione e si sollecita il Governo ad intervenire rapidamente. In quell’occasione Segni visita tutti i territori danneggiati dalla tragedia anche il Bellunese.
L’anno successivo il 30 luglio il Presidente assiste all’epilogo delle manovre della Corazzata Alata 2a tra Vivaro e Cordenons. Arriva e parte in aereo dalla base di Aviano.
GIUSEPPE SARAGAT
(1964 -1971)
Il Presidente Giuseppe Saragat arriva a Pordenone a conclusione di una visita ufficiale per ricordare l’unione delle nostre terre all’Italia nel 1866. La visita si effettua a breve tempo dall’istituzione del Circondario, che porterà alla provincia. Venerdì 21 ottobre 1966 Saragat arriva da Udine, dopo l’atterraggio a Rivolto.
Le popolazioni oltre il ponte del Tagliamento sono le prime ad accoglierlo, Valvasone, Zoppola, Orcenico. Popolazioni e studenti, poi sosta alla Ceramica Scala, accolto dal fondatore Giulio Locatelli, dai figli e dalle maestranze, 1300 persone che si occupano della produzione di sanitari.
Segue il passaggio per Fiume Veneto e la sosta presso la Savio.
Quella di Saragat è la visita che celebra l’unione delle nostre terre all’Italia, ma anche l’incontro con la città operosa, la città delle industrie che si sono sviluppate nel secondo dopoguerra. Una Pordenone forse un po’ lontana da quella odierna che ha visto il crollo di quelle industrie volute da pordenonesi intraprendenti.
Dopo la Savio sosta in Prefettura, accolto dal Prefetto Parente, poi via di corsa lungo viale Grigoletti verso un’altra grande industria, la Zanussi Rex. E’ accolto da Lino e Guido Zanussi, sempre presenti le maestranze.
La macchina scoperta con il Presidente a bordo, dalle industrie Zanussi fa ritorno in centro città, Corso Garibaldi e Corso Vittorio Emanuele, tra due ali di una folla immensa verso il palazzo municipale, accolto dal sindaco Gustavo Montini. La folla lo acclama. E’ rimasta nella storia la foto di Missinato che ritrae Saragat affacciato alla Loggia municipale.
SANDRO PERTINI
(1978 - 1985)
Il 4 novembre 1978 Sandro Pertini "incontra i soldati ad Aviano". Nella "Giornata delle forze armate" il Capo dello stato è presso la caserma Zappalà. Riceve gli onori di un picchetto armato di bersaglieri e si intrattiene brevemente con le autorità militari e civili. Poi per tre quarti d’ora con i soldati, incontro informale che si conclude nel refettorio della caserma dove Pertini e autorità pranzano con i soldati. Una visita fatta di tanti momenti di dialogo improvvisato, un cerimoniale informale.
Sandro Pertini ritorna a Pordenone, "vestita a festa", il 5 ottobre 1983 per un caldo abbraccio con la gente. "E lasciatemele stringere queste mani che non si dica che Pertini non saluta". "Sandro" "Sandro" "Pertini" "Pertini" grida la folla, fatta anche di tanti bambini che sventolano le bandierine. Una passeggiata lungo il Corso, in piazza Municipio, accolto dal sindaco Alvaro Cardin, alla Camera di Commercio dal Presidente Paolo Musolla. Poi via di corsa attraverso il cancello posteriore, verso Aviano. Pranzo ancora una volta alla caserma Zappalà, preparato questa volta dai cuochi usciti dalle scuole alberghiere. Di corsa ancora verso il Piancavallo per concludere con la visita alla Zanussi. Lino "non c’è più", aveva accolto Saragat nel 1966. Ad accogliere Pertini è il presidente del gruppo Umberto Cuttica, parla anche il delegato di fabbrica. Un mondo sta per cambiare.
FRANCESCO COSSIGA
(1985 - 1992)
Il Presidente Francesco Cossiga dal 7 al 9 febbraio 1992 è in visita in Friuli.
Sabato 8 arriva a Pordenone, dopo alcune soste nei paesi terremotati della provincia. E’ quasi sera quando arriva al palazzo municipale, accolto dal sindaco Alvaro Cardin. Avrebbe dovuto fare una sosta a Palazzo Gregoris sede della Società operaia e percorrere un tratto a piedi, ma per qualche sconosciuto motivo, i tempi sono mutati, incontra il presidente e il consiglio dell’Operaia nello studio del sindaco. Subito dopo partenza in auto per lo stabilimento della Seleco (del gruppo Zanussi) e quindi partenza per Udine.
OSCAR LUIGI SCALFARO
(1992 -1999)
Il 19 dicembre 1998 il presidente Oscar Luigi Scalfaro interviene a Pordenone alla cerimonia di conferimento alla Provincia della Medaglia d’oro al V.M. per attività partigiane. La cerimonia si tiene presso i padiglioni della Fiera Campionaria di viale Treviso. Sindaco è Alfredo Pasini. Visita brevissima.
CARLO AZEGLIO CIAMPI
(1999-2006)
L’aereo presidenziale arriva ad Aviano il 25 febbraio 2012, alle dieci del mattino, accolto dalle autorità militari e dal Prefetto Capocelli con il quale giunge in corteo d’auto fino a Pordenone.
La città tutta, in festa, lo attende in piazza XX settembre, presenti anche il presidente regionale Riccardo Illy. Il presidente Ciampi si reca in Provincia, allora guidata da Elio De Anna, e in Municipio, allora retto da Sergio Bolzonello. A piedi si trasferisce in Duomo San Marco al cui ingresso lo accoglie il Vescovo di Concordia-Pordenone, S.E. Mons. Ovidio Poletto. Breve visita al Duomo con mons. Giuseppe Romanin (parroco) e il vicario generale Mons. Basilio Danelon. Seguono: dialogo privato tra Presidente e Vescovo e pranzo.
Nel pomeriggio passaggio alla Camera di Commercio dove incontra i rappresentanti delle varie categorie lavorative. Ritorna ad Aviano per il rientro alle 18.
Quel che conta della visita di Ciampi è il senso di Stato che trasmette, la città imbandierata di tricolori, la gente lungo il percorso.
Si legge da Il Popolo del 27 febbrao 2005: "Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi incontra la città del Noncello. Lo fa per mostrare concretamente che è il Presidente di tutti gli italiani, della periferia come del centro perché, in quanto citadini di quest stupendo Paese, nessuno è periferico alle istituzioni. Semmai sono le istituzioni a decentrasi per essere vicine alla gente, a quel popolo italiano che costituisce il faro e la linea guida di questa presidenza".
GIORGIO NAPOLITANO
(2006-2013)
Il 29 e 30 maggio 2012 il Presidente Giorgio Napolitano è in visita alla Regione Friuli Venezia Giulia. Oltre che a Udine, Faedis, Illegio, Gemona e Cargnacco, il 30 maggio (mercoledì) arriva anche a Pordenone. Tappe: il comune di Pordenone, allora retto da Claudio Pedrotti, e il Polo Tecnologico (in realtà prevista ma poi non realizzataper l’antiicpata partenza di Napolitano che accorrse dai terremotati dell’Emilia).
Il primo punto di incontro con la città avviene lungo corso Vittorio Emanuele, dove sfila tra due ali di folla e i bambini fanno sventolare per l’anziano Presidente il tricolore. In municipio incontra, oltre al sindaco, il presidente della Provincia, Alessandro Ciriani, il vicepresidente della regione Fvg Luca Ciriani e il presidente del consilgio della regione Mauruzio Salvador. Non manca il Vescovo, S.E. Giuseppe Pellegrini, accompagnato da don Chino Biscontin e don Bruno Cescon, direttore de Il Popolo.
Erano quelli i giorni difficili del terremoto in Emilia, con il suo lungo sciamo sismico, ed erano gli anni della crisi dopo il 2008. Il Presidente (come scrisse Il Popolo del 3 giugno 2012) ebbe parole incoraggianti in tal senso: "Abbiamo le risorse e le capacità per venirne fuori. Dobbiamo avere fiducia nell’Italia e nell’Europa".
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