Il seminario minore, una comunità piccola ma vivace

Cento anni fa la guerra era appena finita; oggi la stiamo vivendo. La pandemia ci costringe a rivedere priorità e modalità, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: aiutare gli adolescenti a confrontarsi con Dio e con la propria identità per scoprire il bello della Vocazione sacerdotale.

La nostra giornata è fatta di cose semplici, ma significative: scuola al mattino e studio al pomeriggio, con momenti di svago e passatempi comunitari, il tutto scandito da momenti di preghiera. La nostra comunità è piccola, ma vivace. Un giorno a settimana accogliamo altri ragazzi delle superiori per un pomeriggio insieme.

In molti ritengono che sia tramontato il tempo del Seminario Minore inteso come luogo formativo, come se non ci fossero più ragazzi che si interrogano sulla loro vocazione… Ma è proprio questo il punto: fornire un luogo in cui ci si possa confrontare in modo serio e non superficiale sulla strada da prendere nella vita. E questa strada la si può intraprendere anche da giovani, anzi… impostare una vita seguendo Gesù e farlo fin da giovani, non è di certo una cosa negativa.

Oggi siamo soliti dire che bisogna avere una certa esperienza di vita per essere autentici nella risposta alla chiamata, che bisogna aver fatto questo e quello per delle scelte libere… Ma ci dimentichiamo che il discernimento autentico non è solo quello delle esperienze, ma quello del dare la giusta interpretazione a ciò che si vive. Ce lo ricordava il Vescovo Giuseppe l’anno scorso nella lettera pastorale: riconoscere, interpretare, scegliere. Si tratta di una indicazione di metodo per ogni aspetto della vita, ma soprattutto nell’ambito della Vocazione. E basta rileggere i tre verbi per comprendere che questa operazione introspettiva non ha età, perché non ha età la fede, non ha età la Vocazione. Quando Dio chiama lo fa nel momento giusto, basta avere gli occhi aperti, la mente libera e il cuore aperto per seguirlo. E noi del Seminario Minore, queste cose, le abbiamo!