Il 68% dei ragazzini turbato da quanto visto online
I ragazzi a nuoto libero nella grande rete del web: ci sono vittime e qualche carnefice. C'è chi bullizza e chi è bullizzato. Un recente studio apre gli occhi sulla situazione. Allarmando sul silenzio di chi ha fatto brutte esperienze. E' emerso che: "il 25% dei ragazzi interessati dai rischi della rete (il 50% degli intervistati) non ne hanno parlato con nessuno: un terzo non fa nulla e aspetta che il problema si risolva da solo".
Lo smartphone è oggi il principale strumento con cui i ragazzi accedono al web. Lo impiega quotidianamente il 97% dei ragazzi tra i 15 e i 17 anni e il 51% dei bambini di 9 e 10 anni. Lo ha spiegato Giovanna Mascheroni, docente dell’Università Cattolica che ha condotto la ricerac Eu kids online per il Miur e Parole_Ostili: "intensificazione d’uso che viene anche dall’aumento dei luoghi in cui ci si può connettere, il crea facilita l’aumento del tempo della connessione, quantificata in una media di 2,5 ore al giorno, e un aumento dell’attività online".
Potrebbe anche sembrare un fatto positivo, se non fosse - lo dicono i dati della ricerca - che "cresce il numero di ragazzi e ragazze di 9-17 anni che hanno fatto qualche esperienza su Internet che li ha turbati o fatti sentire a disagio (13%). Cresce soprattutto fra i bambini di 9-10 anni, passando dal 3% registrato nel 2013 al 13% del 2017".
Fra i rischi e i pericoli che i minorenni corrono navigando online e connettendosi alla rete ci sono i contenuti inappropriati, l’hate speech (offese), l’esposizione a contenuti pornografici e il sexting (messaggi sessuali). Ma aumentano pure i siti che incitano a forme di autolesionismo, anoressia, bulimia.
Il 31% degli 11-17enni dichiara di aver visto online messaggi d’odio o commenti offensivi rivolti a singoli individui o gruppi di persone, attaccati per il colore della pelle, la nazionalità o la religione.
Di fronte all’hate speech il sentimento più diffuso è la tristezza (52%), seguita da rabbia (36%), disprezzo (35%), vergogna (20%). Ma nel 58% dei casi gli intervistati ammettono di non aver fatto nulla per difendere le vittime.
Il 7% dei ragazzi di 11-17 anni ha ricevuto messaggi sessuali. Un terzo degli intervistati (ma ben il 67% delle ragazze) si è detto molto o abbastanza turbato dai messaggi ricevuti.
Cresce l’esposizione ai contenuti pornografici, con il 31% di ragazzi di 9-17 anni (ma il 51% degli adolescenti di 15-17 anni) che nell’ultimo anno ha visualizzato contenuti sessuali. La reazione più comune di fronte alla pornografia è l’indifferenza. Anche se il numero elevato di ragazzi di 11-12 anni che si dice molto (18%) o abbastanza (50%) turbato da ciò che ha visto).
Il 27% dei ragazzi di 9-17 anni è in contatto su Internet con persone che non ha mai incontrato nella vita di tutti i giorni.
E se gli amici (47%) e i genitori (38%) sono le persone a cui principalmente ci si rivolge a seguito di esperienze negative, a preoccupare è il dato secondo cui "il 25% dei ragazzi interessati da questi rischi (il 50% degli intervistati) non ne hanno parlato con nessuno: un terzo non fa nulla e aspetta che il problema si risolva da solo".
I temi del bullismo e del cyberbullismo, anche a seguito di tragici eventi di cronaca, hanno generato reazioni a livello istituzionale e di società civile, di insegnanti, educatori e genitori. Poiché "si fa fatica a stare in rete, è diventato pesante", come ha rilevato durante l’evento l’ideatrice del progetto Parole O_Stili, Rosy Russo, si è dato vita ad una community che ha elaborato e condiviso il "Manifesto della comunicazione non ostile" (vedi al sito www.paroleostili.com).
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