Domenica 17 novembre: Giornata dei poveri
Il Santo Padre al punto 9 del messaggio ci invita ad essere Pellegrini di Speranza, parola che viene ripetuta più volte nel testo del messaggio; stesso tema ripreso dal Vescovo Giuseppe all’inizio della sua lettera pastorale, appena consegnata alla diocesi a conclusione del Sinodo diocesano.
Il Santo Padre Francesco ha inviato il suo tradizionale messaggio per l’ottava giornata mondiale dei poveri, il 13 giugno in occasione della memoria di San Antonio da Padova loro patrono.
Un messaggio che come sempre invita ad una profonda riflessione sul tema della povertà e ci provoca su quanto i poveri siano significativi nel nostro cammino di fede personale e comunitario.
Nel commentare il testo del messaggio, in occasione del convegno delle Caritas Parrocchiali ad Aviano nel mese di ottobre, mi ha colpito come fosse in profonda comunione con le relazioni proposte dal nostro vescovo Giuseppe e dal direttore di Caritas Italiana Don Marco Pagniello.
Sia papa Francesco che Monsignor Giuseppe e don Marco, centrano la riflessione su tre temi comuni, che sono Speranza, Preghiera e Opere, pur nella diversità delle occasioni che hanno provocato il loro pronunciamento.
Certamente il nostro pianeta, e di conseguenza la Chiesa universale, attraversa un momento che si può definire drammatico, dove pensare al futuro con ottimismo non risulta per niente facile, e quindi fa piacere evidenziare la sintonia tra i tre interventi per la loro positività.
Il Santo Padre al punto 9 del messaggio ci invita ad essere Pellegrini di Speranza, parola che viene ripetuta più volte nel testo del messaggio; stesso tema ripreso dal Vescovo Giuseppe all’inizio della sua lettera pastorale, appena consegnata alla diocesi a conclusione del Sinodo diocesano.
Un sinodo partecipato che non solo ha raggiunto un prima tappa importante, ma che proprio nel segno della speranza, sta contribuendo al processo di rinnovamento della nostra Chiesa diocesana.
Don Marco all’interno del suo intervento, non ha mancato di ricordare che la Speranza è si una virtù teologale, ed è certamente un dono della grazia che deve albergare nel cuore di tutti noi, ma anche che la Speranza si deve rendere concreta nelle opere, in particolare nelle opere di carità.
Anche il nostro vescovo nella parte finale dedicata alla Carità ci invita a tenere legata una vita di Fede nelle opere al servizio ai poveri e a dare vita alcune iniziative per rafforzare quella visione di Chiesa in uscita con un’attenzione particolare ai più deboli.
Appare difficile tenere slegate Speranza preghiera e opere, ce lo ricorda al punto 7 del messaggio il Papa che citando la lettera di Giacomo (2,26) così si esprime: "Se la preghiera non si traduce in agire concreto è vana, infatti la fede senza le opere è morta. Tuttavia la Carità senza preghiera diventa filantropia che presto si esaurisce".
Il Santo Padre afferma che la preghiera e la vicinanza ai poveri non sono in contrapposizione e cita la vita di Santa Teresa di Calcutta che ha saputo unire un profondo attaccamento alla preghiera, in particolare l’adorazione eucaristica e il servizio agli ultimi, anzi gli ultimi degli ultimi.
Sempre sul tema della preghiera Papa Francesco ci invita a pregare non solo per i poveri ma con i poveri, perché la preghiera dei poveri è particolarmente gradita a Dio, e ci sorprende con una affermazione che appare particolarmente nuova ed efficace: La peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale.
Appare evidente che emerge l’esigenza di sperimentare quotidianamente nella vita di ciascuno di noi, che coniugare Speranza, preghiera e opere, contraddistingue in modo significavo la nostra scelta di essere discepoli del Maestro.
diacono Paolo Zanet
Delegato episcopale per la Prossimità
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