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Distanza interpersonale: una necessità che sta lasciando il segno

Riceviamo e pubblichiamo

Distanza interpersonale: una necessità che sta lasciando il segno

Sono tante le conseguenze di questo modo di vivere le relazioni interpersonali a cui il Covid costringe per il contenimento della pandemia. Forse non ci rendiamo conto dell’impatto a livello psicologico e sociale dell’uso dei dispositivi di protezione individuale (mascherine) e del rispetto della distanza sociale (il famoso metro…quando non sono due) a cui veniamo richiamati.

MASCHERINE Mi sono accorta di quanto fosse problematico e innaturale parlarsi con mezzo volto nascosto dalle mascherine quando a metà aprile ho ripreso a lavorare (svolgo una professione sanitaria e ho potuto riprendere prima della riapertura della "fase 2"). Sono una psicoterapeuta e vi assicuro che parlare con un cliente senza vedere le espressioni del volto, tirando l’orecchio quando la persona cala il tono di voce perché attraversa un vissuto particolare e chiederle in un momento così delicato: "Scusi può ripetere? Non ho sentito…" contaminava molto il dialogo e bloccava la fluidità della conversazione, aspetto fondamentale nel dialogo terapeutico. Per non parlare di quando il cliente, contattando vissuti pesanti e dolorosi, scoppiava a piangere… tira giù la mascherina per soffiare il naso, rimettila su, ritirala giù e alla fine, quando la persona non la rimetteva più su perché si era stancata di questo continuo movimento doverle ricordare: "Scusi ma deve tenerla su…", interrompendo con questo mio intervento la connessione empatica del momento.

DISTANZIAMENTO Veniamo poi alla distanza interpersonale che implica nessun tipo di contatto fisico tra persone che non rientrano nella categoria "congiunti". Il contatto fisico è da sempre per l’uomo una modalità di comunicazione fondamentale.

Quando facciamo capolino in questo mondo il bisogno di riconoscimento attraverso il contatto fisico è vitale e garantisce uno sviluppo psichico sano. Il neonato ha bisogno di essere tenuto in braccio, accarezzato e cullato. Accenno solamente ai tristemente famosi esperimenti dello psicanalista austriaco R. Spitz (1842-1910) sui neonati che hanno mostrato gli effetti catastrofici della deprivazione sensoriale e sociale nei periodi critici della prima infanzia e gli effetti negativi della mancanza di stimolazione sensoriale sul successivo sviluppo psicofisico dei bambini che, nei casi più gravi, addirittura si arresta.

Il bisogno di intimità fisica, comunque, rimane importantissimo anche per l’adulto. Ci sono momenti nei quali il contatto è l’unico modo sensato ed efficace di comunicare la propria solidarietà e vicinanza. Abbiamo avuto tutti l’esperienza di un lutto. In quei momenti, in cui la persona fa i conti con il dolore della separazione da un familiare stretto o da un caro amico, non ci sono parole per esprimere la vicinanza in modo adeguato e rispettoso: l’abbraccio silenzioso contiene il dolore della persona, manifesta il rispetto per quello che sta attraversando e la fa sentire consolata.

MORTE DI UN FAMILIARE L’aspetto che personalmente ho vissuto come più doloroso di questa epidemia è stata l’esclusione dei parenti dal momento preziosissimo e delicatissimo della morte di un familiare. La presenza di una persona amica che ci tiene la mano nel momento del trapasso è fondamentale: al di là di ogni credo religioso con quella vicinanza la persona che saluta il familiare gli sta comunicando che esiste qualcosa che va al di là della morte, che di fronte all’assurdo e alla tragedia che la morte rappresenta, c’è l’amore che ha unito le persone in vita che continua, che questo amore, se è autentico, è incorruttibile: avere qualcuno che ci ama accanto in quel momento è l’attestazione della vita che non viene meno. [...]

Aver privato dell’ultimo saluto attraverso il funerale i parenti e gli amici dei defunti nel periodo dell’emergenza critica non ha lasciato forse una ferita aperta e rallentato l’elaborazione del lutto nei familiari dei defunti? E qui la questione sta su un piano umano ancor prima che cristiano.

 BAMBINI Credo che si sia pensato e riflettuto poco sul danno psicologico del mancato contatto fisico con gli altri. Penso ai bambini a scuola distanziati…cosa creerà tutto ciò nella loro psiche? [...].

Mi chiedo come sia possibile che nessuno tra governanti, esperti o tecnici abbia pensato a questi aspetti… Si è fatto un gran parlare di test sierologici, tamponi, banchi monoposto o con rotelle, pause scaglionate per non creare assembramenti ma nessun esperto, specie tra i medici, che abbia sollevato il problema dell’impatto psichico del distanziamento (senza contare l’impatto psichico nei bambini di questo clima di emergenza e di paura degli adulti).

CONTATTO FISICO Il bisogno di contatto fisico fa parte dei bisogni di base della persona, crea intimità, dà sollievo nel dolore, dilata la gioia e rinforza i legami. Nel Vangelo sono tanti i momenti in cui Gesù usa il contatto fisico: nell’episodio della "risurrezione" della figlia di Giairo prende la mano della fanciulla e la solleva(Mc 5,21-43), tocca la mano della suocera di Pietro quando la guarisce dalla febbre (Mt 8,14-15), tocca il lebbroso (Mc 1,40-45) e spalma sugli occhi del cieco fango prodotto con la sua stessa saliva…(Gv 9, 6) un gesto di un’ intimità fisica inaudita. Ma sono anche tanti gli episodi in cui Gesù si lascia toccare: dalla donna emorroissa (Mc 5,25-34), dalla peccatrice in casa di Simone il fariseo (Lc 7, 36-50), da Maria a Betania (Gv 12, 1-8)…anche per Gesù, l’Uomo per eccellenza, è importante il contatto fisico, lo apprezza e lo elogia come segno di riconoscimento, gratitudine e affetto nei suoi confronti (cf. Lc 7, 44-46).

Sono tante le eredità che questa dolorosa esperienza della pandemia ci ha lasciato. Di alcune ci siamo accorti e ci stiamo facendo i conti. Ho l’impressione che ci saranno conseguenze che si vedranno però solo nel lungo termine.

Non mi sento in diritto di giudicare chi si è trovato a gestire una simile situazione, ma non posso non notare che, mentre si è puntato molto sulla salute fisica, l’aspetto della relazione umana nei suoi bisogni psicologici e spirituali è stato gravemente trascurato. L’impatto sui rapporti e sul tessuto sociale si rivelerà nel tempo.

Fonte: Redazione Online
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