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Cicloraduno di fine giugno a Pordenone: rinviato

Si sarebbe dovuto svolgere a Pordenone e dintorni dal 25 al 28 giugno, ma l’emergenza coronavirus ha portato allo spostamento al prossimo anno di "Pedalando a Nordest - Luoghi, colori e sapori in Friuli Venezia Giulia" cicloraduno nazionale della Fiab, la Federazione italiana Ambiente e Bicicletta che proprio in riva al Noncello vanta un gruppo molto attivo e numeroso, denominato Aruotalibera.

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Cicloraduno di fine giugno a Pordenone: rinviato

Si sarebbe dovuto svolgere a Pordenone e dintorni dal 25 al 28 giugno, ma l’emergenza coronavirus ha portato allo spostamento al prossimo anno di "Pedalando a Nordest - Luoghi, colori e sapori in Friuli Venezia Giulia" cicloraduno nazionale della Fiab, la Federazione italiana Ambiente e Bicicletta che proprio in riva al Noncello vanta un gruppo molto attivo e numeroso, denominato Aruotalibera.
"Faremo in modo - hanno dichiarato la presidente di Aruotalibera Luana Casonatto e il coordinatore regionale Fiab Friuli Venezia Giulia Luca Mastropasqua - che il cicloraduno 2021 diventi per tutti i partecipanti un momento di ritrovata allegria e serenità, nonché una ciclovacanza da ricordare, per la ricchezza e la varietà delle escursioni progettate".
Ma, nell’attesa, tutti sono liberi di mettersi in sella e percorrere in autonomia gli itinerari presenti tra Friuli Venezia Giulia e Veneto orientale (ve ne suggeriamo alcuni nell’altro articolo di queste pagine ndr.), in un territorio che in questi ultimi anni ha visto aumentare la rete di piste ciclabili.
Dopo i mesi di lockdown passati chiusi in casa c’è infatti voglia di rimettersi in moto all’aria aperta e in tal senso la bicicletta è un dei mezzi più adatti per rispettare le disposizioni sanitarie e allo stesso tempo compiere della salutare attività fisica che aiuta a prevenire le malattie. Il tutto senza dimenticare che il cicloturismo è pure un elemento di sviluppo, molto importante in questa fase di incertezza economica dettata dal Covid-19. Un fenomeno che a livello nazionale vale 7,6 miliardi di euro l’anno (fonte ricerca Isnart-Unioncamere e Legambiente) e che anche sul territorio del Friuli Venezia Giulia vede numeri interessanti in crescita costante prima della sopracitata emergenza. Basti pensare che sono oltre 70 mila i cicloturisti che percorrono ogni estate la Ciclovia Fvg1 che collega Tarvisio e Grado: tutti si fermano nei servizi ricettivi del territorio per una sosta o per pernottare tra una tappa e l’altra, avviando un interessante volano economico.
Altri dati per provare a programmare il futuro prendendo come esempio un’altra ciclovia che interessa direttamente il territorio del Friuli occidentale, ovvero il tratto tra Sacile e Pinzano al Tagliamento della Fvg3. Qui il transito medio, comprensivo anche dei ciclisti locali, secondo i dati Fiab Pordenone è di 108 ciclisti al giorno, con picchi di 200 nei fine settimana. Pur ipotizzando un calo in questo 2020 funesto, ci sarebbero poi i margini per tornare a crescere con il ritorno graduale alla normalità. E anche la costruzione di nuove ciclovie genera lavoro per le ditte. In tal senso, suggestivo è il progetto di recupero a fini ciclabili della ferrovia in disuso Casarsa-Pinzano al Tagliamento, che lungo l’asta destra del fiume Tagliamento si collegherebbe poi alla ciclovia Fvg3 chiudendo di fatto un triangolo Sacile-Pinzano-Casarsa ottimamente servito sia in bicicletta che in treno. La Regione crede nel progetto, tanto che ha già stanziato 1 milione 300 mila euro per l’acquisto del sedime lungo 27 km.
Davide Francescutti

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