I don nella memoria. I preti nella storia dei nostri paesi
Questa volta, amici, parliamo di preti. Come mai? Si dà il caso che in questi giorni molti di noi ricordino date importanti. L’Ordinazione sacerdotale e la prima Messa nel loro paese di origine in festa. Avveniva di solito a fine giugno o ai primi di luglio.
Questa volta, amici, parliamo di preti. Come mai? Si dà il caso che in questi giorni molti di noi ricordino date importanti. L’Ordinazione sacerdotale e la prima Messa nel loro paese di origine in festa. Avveniva di solito a fine giugno o ai primi di luglio.
Riaprendo l’album fotografico che conserviamo con cura, ci riprendono le emozioni di quei giorni. Eccoci davanti al Vescovo che segna le nostre mani col santo Crisma. Ritrovo il santino ricordo con i nomi degli altri preti novelli, amici da una vita. Ci siamo conosciuti, poco più che bambini, in prima media e poi siamo cresciuti insieme, in seminario, come fratelli di latte. E ci ritroviamo volentieri, specie per festeggiare insieme questi anniversari.
I nostri album ricordo fin qui si somigliano.
Poi le nostre strade si dividono, a cominciare dalla prima Messa nel paese di provenienza. Ecco la bimba che mi dette il benvenuto all’ingresso in chiesa ed ecco i genitori e fratelli con gli occhi lucidi. Subito dietro riconosco qualche compagno delle elementari e il maestro. Niente da fare, il paese della propria infanzia è come il primo amore. Non lo dimentichi più.
Ma la storia non finisce sulle rive del Sentiron. A seguire ritrovo tante altre foto che ricordano la gente dei paesi dove sono stato, prima cappellano e poi parroco. Eccomi mentre battezzo tre pargoli. Ecco i gruppi di bianco vestiti della prima Comunione, i ganzi della Cresima, vari Matrimoni. Ci sono anche le feste del "Pan e vin" attorno i falò dell’Epifania, e le feste del Ringraziamento con i contadini che sfilano fieri sui loro rombanti trattori.
In alcune buste allegate ritrovo le più modeste e sfocate foto della scassata Polaroid, feste di carnevale e di compleanni in oratorio, scampagnate di san Marco e, zaino in spalla, le scarpinate su pei monti con i ragazzi dei campi scuola.
Ma quanta gente abbiamo conosciuto e accompagnato noi pastori di anime? Siamo entrati per alcuni anni nella storia di vari paesi della diocesi.
Ogni paese è fatto di volti, di persone concrete, di parentele e amicizie e di qualche bega che non manca mai.
Ogni comunità è semplice, fatta di quotidianità, ma allo stesso tempo è unica, avvincente, fatta di eventi irripetibili: la nascita di un bimbo, l’inizio di una nuova famiglia con due sì davanti al Signore, la perdita di persone care. Sono eventi comunitari, si vivono e si condividono in celebrazioni che coinvolgono il paese intero e in cui c’è sempre un don che si è fatto compaesano. Egli benedice questi eventi, ricordandoci che sono momenti di grazia, presenza di Dio nelle vicende umane.
Quella del prete è proprio una bella missione che non appartiene solo alla sua persona, ma che si lega e si intreccia con la storia delle persone e delle comunità di cui è custode e per le quali si dona totalmente.
Così la storia del prete accompagna la storia di uomini e donne di una comunità, porzione del Popolo del Signore in un certo territorio. Condivide i momenti belli e quelli difficili, la fatica del cammino e la speranza della Patria promessa.
Attraverso le foto che ho qui davanti ritornano in mente tanti fatti e fatterelli, tanti volti e tante storie di persone. Che volete farci, nella mente confusa dei vecchi il passato… non passa mai perché è rimasto nel cuore di chi per alcuni anni si è sentito fratello e padre nel Signore..
Specie in certi momenti mi ritornano in mente le persone con cui ho fatto un pezzo di strada e mi chiedo chissà poi come è progredita la loro storia. Quei bei bambini che hanno ricevuto il battesimo… si ricordano ancora del Padre del cielo? E in famiglia, a scuola come vanno? E questi due che la vigilia del matrimonio mi hanno parlato del loro sogni e di tanti progetti… com’è proseguita la loro storia?
Cari amici che ho incontrato in questi 56 anni di prete, vi ricordo con vivo affetto e vi affido al Buon Dio.
Gli anni passano, i bimbi crescono e ognuno ha una strada da fare.
Lo ripetevamo alla fine di ogni campeggio, in cerchio attorno al fuoco della sera. "Amici, è l’ora dell’addio. In questi giorni abbiamo camminato insieme per strade e per sentieri. Da domani andremo per strade diverse. Salutiamoci guardando in alto. Lassù c’è una stella che brilla per ciascuno di noi. Ci indica la strada giusta".
Il fuoco andava spegnendosi e commosso si levava l’ultimo canto: "I tuoi cieli sembran prati e le stelle sono i fior. Son i bivacchi dei beati stretti intorno a te, Signor.
Quante stelle, quante stelle, dimmi Tu, la mia qual è. Non ambisco alla più bella. Basta sia vicina a te".
In questi giorni vorrei tanto mandare un ciao a chi ho conosciuto in questi anni da prete. Chissà se riesco a raggiungerli? Da questa spiaggia solitaria dove sono finito la affido, come un naufrago, il messaggio alla bottiglia di questo settimanale. Ciao. Come va? Qualche volta ricordati di guardare in su. La stella che segna il tuo destino, brilla ancora, brilla sempre. Per scorgerla non è necessario avere un telescopio. Bastano due occhi limpidi e un cuore aperto.
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