Sabato 25 dicembre, Natale. commento di don Renato De Zan
"E il Verbo si fece carne in mezzo a noi": il Natale esiste non perché ci sono le luminarie o ci facciamo gli auguri o ci sono giorni di vacanza o ci sentiamo più buoni. Il Natale esiste perché i cristiani celebrano l’Incarnazione
Tematica Liturgica
1. Il Natale esiste non perché ci sono le luminarie o ci facciamo gli auguri o ci sono giorni di vacanza o ci sentiamo più buoni.
Il Natale esiste perché i cristiani celebrano l’Incarnazione, celebrano il mistero di Dio che si fa uomo, ricordano e celebrano la nascita di Gesù.
Il Natale non ha altri significati.
Se oggi molti danno al Natale altri significati, questi non appartengono al Natale.
2. Di fronte all’Incarnazione, Dio che si fa uomo, il credente coglie il Mistero dell’impossibile.
Un grande teologo della generazione che ci ha preceduto ha scritto: il Verbo fatto uomo "ha assunto la morte; dunque la morte deve essere qualcosa di più di un tramonto nel vuoto assurdo. Egli ha assunto di essere abbandonato; dunque la tetra solitudine deve racchiudere in sé la promessa di una felice vicinanza divina. Egli ha assunto la mancanza di successo. Dunque la sconfitta può essere una vittoria. Egli ha assunto di essere abbandonato da Dio. Dunque Dio è vicino a noi anche quando noi pensiamo di essere da Lui abbandonati. Egli ha assunto tutto, dunque tutto è redento".
3. Un altro grande pensatore delle origini della Chiesa, Tertulliano, ha sintetizzato il Mistero dell’Incarnazione in tre parole: "Caro salutis cardo". La carne [di Cristo] è il cardine della salvezza. La carne di Cristo nasce a Betlemme, muore in croce e la stessa carne risorge. Il Natale non può essere separato dal Calvario e dal Sepolcro vuoto.
4. La sintesi più alta che la liturgia ci offre per la celebrazione del Natale si trova nella Colletta della Messa del giorno. Grande è la creazione, ma più grande è la redenzione perché l’uomo ha ricevuto in dono la vita divina: "O Dio, che in modo mirabile ci hai creati a tua immagine e in modo più mirabile ci hai rinnovati e redenti, fa’ che possiamo condividere la vita divina del tuo Figlio, che oggi ha voluto assumere la nostra natura umana".
5. La comunità cristiana è pienamente consapevole della profondità abissale del Mistero dell’Incarnazione. Per questo motivo nella Liturgia si trovano quattro Messe - unico caso in tutto l’anno liturgico - per celebrare il Mistero del Natale, contemplandolo da varie angolature.
Messa della vigilia
Il testo di Mt 1,1-25 comprende la genealogia di Gesù, il sogno di Giuseppe (con la conferma scritturistica della profezia di Isaia sulla Vergine e sul Bambino) e la nascita di Gesù. La genealogia mostra come in Gesù c’è la discendenza davidica, ma anche c’è l’eredità di peccato presente in ogni uomo. Il sogno di Giuseppe presenta l’impossibilità umana a capire i disegni di Dio e il bisogno della "rivelazione" divina per poter cogliere il dono divino dell’Incarnazione. La profezia isaiana e la nascita di Gesù mostrano il dono d’amore di Dio agli uomini ("Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito…").
Messa della notte
Il testo di Lc 2,1-14 toglie Gesù dalla nebbia del mito perché lo colloca in un tempo preciso (durante la bella stagione del 6 a.C.) e in un luogo preciso (Betlemme di Giudea). La sua identità è rivelata dagli angeli ai più miseri tra gli ebrei, i pastori. Le altre letture completano l’identità del Bambino: egli è la Luce, il Liberatore, il Sovrano, il Consigliere mirabile, il Dio potente, il Padre dell’eternità, il Principe della pace.....(prima lettura, Is 9,1-6) ed è anche colui che "ha dato se stesso per noi, per riscattarci" (seconda, lettura, Tit 2,11-14).
Messa dell’aurora
Il testo di Lc 2,15-20 continua la narrazione del vangelo della Messa della Notte. I pastori cercano il "segno" dato dall’angelo, il Bambino deposto in una mangiatoia, e testimoniano quanto detto dall’angelo. Maria, di fronte al mistero, accoglie, serba e nel cuore compara la realtà che vive e vede con la Parola di Dio perché dalla Parola la realtà prende significato.
Messa del giorno
Il testo di Gv 1,1-18, capolavoro poetico e teologico universale, sintetizza la missione del Verbo. Il Verbo che è Dio ed è accanto la Padre diventa carne. Egli dona a coloro che lo accolgono la capacità di diventare figli di Dio ed è l’unico in grado di rivelare il Padre.
Non sei abilitato all'invio del commento.
Effettua il Login per poter inviare un commento