Commento al Vangelo
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Domenica 1° maggio, commento di don Renato De Zan

Gesù prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

Domenica 1° maggio, commento di don Renato De Zan

01.05.2022. 3° di Pasqua

 

Gv 21,1-19 (forma riassuntiva)

In quel tempo, 1 Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade:…2 si trovavano insieme Simon Pietro…e altri…discepoli… 3 E salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. 4 Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5 Gesù disse loro:… 6 «Gettate la rete dalla parte destra della barca…». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro…si gettò in mare. 8 Gli altri discepoli …9 appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci…12 Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. 13 Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. 14 Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti. 15 Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità io ti dico: …quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

 

Gesù prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce.

 

Tematica biblico-liturgica

 

1. La domenica di Pasqua è stata la domenica del “sepolcro vuoto”. La seconda domenica è stata quella di “Tommaso”. Oggi è la domenica del “Risorto non conoscibile in modo immediato”. Dopo la risurrezione Gesù non è più conoscibile in modo immediato. La finale canonica di Marco avverte il lettore che Gesù, dopo risorto, “ephaneròthe en etèra morfé”, cioè “apparve sotto altro aspetto” (Mc 16,12).

 

2. Il Risorto come viene riconosciuto? Viene riconosciuto dalla Parola e dal Segno. A Maria Maddalena sarà la Parola che svelerà l’identità di Gesù risorto. Ad Emmaus sarà la Parola con il Segno a svelare l’identità del terzo viandante. In riva al lago di Tiberiade sarà il Segno con la Parola a indicare Gesù risorto nello sconosciuto della riva del lago. Non a caso, una volta tornati a riva, “nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore” (Gv 20,12).

 

3. All’interno di questa logica (Gesù riconosciuto dalla Parola e dal Segno) si colloca l’episodio di Pietro. Pietro ha bisogno di credere nel Risorto in modo personale, profondo. La triplice domanda che Gesù gli rivolge non va letta come una sottile rivincita, come fosse un modo nobile di far pagare a Pietro il suo triplice tradimento. Gesù non ha bisogno di far pagare niente a nessuno. La triplice domanda è dono. Pietro esperimenta il Risorto attraverso la Parola (domande di Gesù e invito a pascere il gregge del Maestro), rispondendo alla quale Pietro coglie non solo il bisogno di amare il Maestro, ma anche di essere amato da Lui. Per la terza volta, infatti, Gesù chiede a Pietro: “mi ami di un amore che ha bisogno di essere contraccambiato?” (il verbo “fileo” indica l’amore amicale reciproco). E Pietro risponde affermativamente.

 

Dimensione letteraria

 

1. La Liturgia aggiunge al testo di Gv 21,1-19 il classico incipit (“In quel tempo”) e sopprime l’espressione “Dopo questi fatti” del testo originale del v. 1. Per il resto, la formula liturgica del vangelo è fedele alla pericope biblica. La proposta della formula evangelica breve (Gv 21,1-14) sta a indicare che per la Liturgia la parte più significativa della pericope consiste nel miracolo della pesca e nel “mangiare insieme a Gesù”. La costituzione di Pietro quale pastore del gregge di Gesù è solo un’integrazione dei due temi precedenti.

 

2. A livello narrativo il brano si apre con una scena introduttiva, Gv 21,1-3, dove Pietro e gli altri sei discepoli vanno a pescare e non prendono nulla. Segue, poi, il testo centrale, Gv 21,4-14, contrassegnato da un’inclusione operata dal verbo “mangiare” (v. 5: “non avete nulla da mangiare” // v. 12: “Venite a mangiare”). Si tratta del brano in cui i discepoli fanno la pesca abbondante, scoprono che l’uomo della riva è Gesù e mangiano con Lui che compie gli stessi gesti dell’ultima cena. L’ultima parte, Gv 21,15-19, contiene il dialogo tra Gesù e Pietro che si chiude con la seconda chiamata di Pietro: “Seguimi”.

 

Riflessione biblico-liturgica

 

1. Il discepolo che Gesù amava è la figura chiave degli ultimi due capitoli del vangelo di Giovanni. In Gv 20 il discepolo vede le bende afflosciate e crede perché aiutato dalla conoscenza delle Scritture sa interpretare il segno lasciato dal Risorto. Anche in riva al largo del lago di Tiberiade (Gv 21) il discepolo, visto il Segno della pesca miracolosa, individua Gesù nel personaggio misterioso della riva. Per riconoscere il Risorto bisogna sentirsi amati da Lui. Pietro viene definitivamente confermato come pastore del gregge di Gesù quando per la terza volta comprende che non solo egli ama il Maestro, ma anche il Maestro ama lui.

 

Domenica 1° maggio, commento di don Renato De Zan
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