Società operaia ha lanciato il progetto "Vite forestiere"
Dalla letteratura alle testimonianze, un percorso per conoscere la storia dell’emigrazione dal Friuli Venezia Giulia
“Vite forestiere” è il progetto che la Storica Società Operaia di Pordenone ha avviato con cinque Istituti superiori del territorio pordenonese, a proposito della conoscenza della storia dell’emigrazione dal Friuli Venezia Giulia. Un percorso propiziato da un bando lanciato dalla Regione, che, iniziato nell’ultimo scorcio dell’anno scolastico appena trascorso (purtroppo quasi per intero in Dad), entra ora nel vivo con la possibilità di attivare incontri e laboratori in presenza, anche grazie alla partnership dell’Archivio storico della Diocesi di Concordia-Pordenone e dell’Efasce – Ente di assistenza sociale e culturale dei corregionali nel mondo, mentre un riferimento altrettanto importante sarà quello di Ammer-Archivio Multimediale della Memoria dell’Emigrazione regionale, un progetto di ricerca e digitalizzazione che fa capo all’Erpac Ente Regionale del Patrimonio Culturale Fvg.
Fortemente sostenuto dalla presidente della Società Operaia di Pordenone Rosa Saccotelli Pavan, recentemente scomparsa, e coordinato da Chiara Mutton con Chiara Aglialoro come tutor didattico, il progetto impegnerà fino a marzo 2022 un gruppo composto da circa una ventina di studenti e studentesse del Liceo Scientifico Grigoletti (che riveste anche il ruolo di partner di progetto), del Liceo Leopardi-Majorana, dell’Istituto Flora e dell’Istituto Zanussi, tutti di Pordenone, e dell’Istituto Marchesini di Sacile, coordinati da un docente tutor interno a ciascuna scuola. Organizzati come un agile “gruppo di studio/comitato di redazione”, hanno prima di tutto affrontato la lettura di alcuni testi letterari, avviando le prime riflessioni sul tema dell'emigrazione dal Friuli Venezia Giulia, nella sua evoluzione storica: dalle vicende dei “Cramars”, mercanti e venditori ambulanti dell’area montana, di cui tratta il romanzo storico “Il ritratto di Maria” di Raffaella Cargnelutti (ambientato verso la fine del Settecento), si passa a un secolo più tardi, con le storie degli operai friulani impegnati nella costruzione della ferrovia Transiberiana a fine Ottocento, raccontate da Carlo Sgorlon nel romanzo vincitore del Premio Campiello “La conchiglia di Anataj”. Quindi si passa al Novecento tra le due Guerre e all’emigrazione in Sudamerica, cui la scrittrice Syria Poletti (vissuta in gioventù a Sacile, prima di emigrare in Argentina) fa riferimento, non senza numerosi spunti autobiografici, nelle sue opere tradotte in italiano: il romanzo “Gente con me” e i racconti “La linea del fuoco”. Infine, le rivendicazioni sociali e culturali dei lavoratori friulani all’estero distillate nelle intense poesie di Leonardo Zanier, durante il suo peregrinare dalla Carnia alla Svizzera e ritorno, nella seconda metà del secolo appena trascorso. Dopo la lettura e la discussione dei testi, sarà compito degli studenti riportare le suggestioni letterarie all'interno della ricerca storica, confrontandosi con raccolte museali, archivi, testimonianze presenti o passate, interviste ad esperti e studiosi, ed infine a loro volta restituendo l'esperienza attraverso propri contenuti creativi (scritti o multimediali), anche con l’utilizzo dei social media.
Il primo incontro-confronto con i “testimoni” si è svolto mercoledì 13 ottobre alla Società Operaia di Pordenone: Raffaella Cargnelutti è stata intervistata a proposito del suo libro, scritto tra l’altro sulla base di testimonianze d’archivio appartenenti alla sua famiglia (un interessante approccio di metodo, che mette subito a confronto storia e “fiction”); Maria Balliana, giornalista e animatrice culturale sacilese, ha parlato invece di Syria Poletti, portando anche alcuni documenti a lei appartenuti e donati dalla nipote alla Biblioteca di Sacile.
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