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Pordenonelegge: Cristina Cattaneo e il cuore tra i naufraghi

L'episodio del ragazzino che portava la pagella cucita nei vestiti come se fosse un lasciapassare: è l'episodio più noto di Naufraghi senza volto il libro di Cristina Cattaneo, presente a Pordenonelegge sia venerdì 20 settembre e sabato 21.

Parole chiave: Cattaneo (1), Bortolus (4), Migranti (57), Aladura (31)
Pordenonelegge: Cristina Cattaneo e il cuore tra i naufraghi

  Tutto parte dal naufragio di un barcone, uno dei tanti che partono dalle coste del Nord Africa carichi di vite in fuga e di speranze. Invece, il 3 ottobre 2013, questo barcone carico di circa 400 eritrei fa naufragio. E Papa Francesco compie il suo primo viaggio: a Lampedusa. Col susseguirsi delle tragedie diventa uno tra i tanti. Scrive infatti Cristina Cattaneo nel suo libro "Naufraghi senza volto": "Dal 2001 hanno perso la vita oltre trentamila persone...". Morti localizzate nel nostro Mediterraneo.
Che cosa comporta questo? Da una parte morti che restano negli abissi, senza che i familiari abbiano mai una parola definitiva sulla loro scomparsa; dall’altra che "solo nel nostro paese - scrive Cattaneo - migliaia di lapidi si sono alzate su tombe di migranti, oltre la metà dei quali non è stata identificata".
Un altro naufragio disastroso avvenne nel 2015: incerto il numero delle vittime, tra 700 e mille. Venne ripescato un anno dopo; ci fu chi venne incaricato di ridare identità a quelle vittime, che avevano trascorso un anno nei fondali. E’ l’autrice di questo incontro: il medico legale milanese Cristina Cattaneo, ospite di Aladura per un doppio appuntamento: venerdì 20 settembre (ore 20.30, Provincia) e sabato 21 (ore 9, Piazza della Motta). Di questo libro è noto l’episodio del ragazzino che portava la pagella cucita nei vestiti come se fosse un lasciapassare. Qualcun altro portava un sacchetto con la terra del suo paese, come facevano un tempo i nostri migranti.
E’ un libro di pagine dure da leggere per la crudezza di una verità dalla quale, di solito, distogliamo gli occhi. Ma se vogliamo non farlo, ricordiamo che quel barcone, col titolo di "Barca Nostra", è in mostra alla Biennale di Venezia (attraccato all’Arsenale) fino a fine novembre.
Simonetta Venturin

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