Pordenone: Andos e le 20 parrucche messe a disposizione per le donne operate al seno
Una ventina di parrucche messe gratuitamente a disposizione di donne che a causa di un carcinoma mammario sono in trattamento chemioterapico. Si tratta della donazione che una attività commerciale di Pordenone ha generosamente deciso di fare a favore di pazienti in terapia che sono prese in carico dal Comitato di Pordenone dell’Andos
Una ventina di parrucche messe gratuitamente a disposizione di donne che a causa di un carcinoma mammario sono in trattamento chemioterapico. Si tratta della donazione che una attività commerciale di Pordenone ha generosamente deciso di fare a favore di pazienti in terapia che sono prese in carico dal Comitato di Pordenone dell’Andos (Associazione nazionale donne operate al seno). «Abbiamo ricevuto le parrucche con la richiesta di darle in dono alle donne interessate e che ne hanno bisogno. Si tratta di una donazione che abbiamo ricevuto con la richiesta di mantenere l’anonimato» spiega Marisa Zanella, presidente del comitato pordenonese di Andos, confermata alla guida dell’associazione anche per il prossimo triennio dopo l’assemblea delle socie.
Il Comitato Andos di Pordenone si occupa delle donne che dopo aver ricevuto una diagnosi di tumore al seno si devono sottoporre a terapie spesso anche molto invasive, come la chemioterapia che in molti casi può comportare la caduta dei capelli. La donazione delle parrucche sarà a beneficio delle pazienti e si aggiunge alle agevolazioni che l’associazione sostiene per l’acquisto di parrucche così come dei reggiseno post-operatori. Per poterne beneficiare, è possibile contattare l’associazione aperta al pubblico i martedì e i venerdì dalle 16 alle 18 e i mercoledì dalle 10 alle 12 nella sede dell’associazione di via San Quirino, o comunque ai recapiti telefonici e mail (0434/40729, 331.9809829 e info@andospn.it), in quanto a causa della pandemia non è ancora possibile attivare le visite delle volontarie Andos direttamente nei reparti ospedalieri, attività che contraddistingue l’associazione dalla sua fondazione nel 1989. Purtroppo la pandemia e le misure necessarie che si sono dovute introdurre hanno precluso infatti l’accesso agli ospedali, nonstante ciò le volontarie non hanno mai interrotto l’attività di supporto e assistenza, specialmente alle pazienti che ricevono la prima diagnosi.
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