Pordenone
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Il Consorzio universitario può guardare con maggiore fiducia al futuro

Assemblea dei soci riunita online. Rientrata nella compagine la Cciaa

Il Consorzio universitario può guardare con maggiore fiducia al futuro

Pianificare nuove progettualità strutturali e di formazione con un orizzonte triennale. L’assemblea, in modalità online, del Consorzio Universitario di Pordenone che ha approvato il conto economico previsionale 2021-2023 si pone questi obiettivi, in particolare dopo il ritorno nella compagine societaria della Camera di Commercio Pordenone Udine. "Abbiamo avuto diversi anni di difficoltà - sottolinea il presidente Giuseppe Amadio - ma ora il bilancio è tornato in pareggio, e abbiamo irrobustito l’offerta formativa. Oltre al ritorno dell’ente camerale, stiamo ricevendo richieste di ulteriori adesioni societarie e questo non può che farci piacere. Tutti i soci intervenuti hanno espresso questa grande soddisfazione. Ne è emersa una fotografia molto lusinghiera del Consorzio e la rinnovata volontà di credere in questo campus. Va espresso un riconoscimento a chi ha lavorato lungamente per questo obiettivo, a iniziare dal Comune. La percezione è quella di avere in città un centro di specializzazione eccellente, che costituisce un mix di competenze formative diverse". Per Andrea Zanni, direttore del campus di via Prasecco, si è trattato di una seduta positiva, dopo diversi anni di assemblee difficili "per garantire le sorti di un Consorzio che stentava a trovare adeguato sostegno economico pur dimostrando efficienza di gestione e validità dell’offerta formativa". Zanni ha annunciato sia l’aumento di 50mila euro del contributo della Regione, sia i 50mila euro per l’anno 2021 da parte di Cciaa Pordenone-Udine. Sono numeri importanti, che assicurano maggiore stabilità, riuscendo a riunire nuovamente le più importanti istituzioni di Pordenone sotto il segno dell’alta formazione. E così potranno essere pianificati nuovi obiettivi quali la valutazione di un potenziamento del corso triennale in design industriale valutando la possibilità di introdurre la laurea biennale specialistica in Design industriale. Questo, consentirebbe agli studenti di completare la loro formazione sul territorio, senza dover andare fuori regione, dal momento che attualmente non è presente in Friuli Venezia Giulia un percorso simile. La programmazione triennale rende possibile pianificare anche un’espansione edilizia: gli attuali spazi sono ormai saturi, visti gli ormai più di 1.500 studenti presenti nel Polo e le iscrizioni in costante crescita. Obiettivi subito colti dai soci, come conferma Luciano Nonis, direttore della Fondazione Friuli che auspica una sempre maggiore integrazione tra didattica accademica ed esigenze produttive del territorio.

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