L'Editoriale
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Sviliti e taciuti

Chiuso un altro anno scolastico cosa ne resta? Bastano due polemiche su rendimento e centimetri di vestiti e una sigla, la Dad, a racchiudere il mai abbastanza raccontato mondo della scuola? Crediamo di no e cominciamo a raccogliere le eccellenze che i giovani sanno dimostrare di avere

Parole chiave: Scuola (135), Esami (8), Olimpiadi (7), Premio (71), Don Milani (2)
Sviliti e taciuti

Un altro anno scolastico è finito - salvo che per i maturandi alle prove degli esami dal 22 giugno - e che cosa ci resta di tante altrui fatiche? Nei due anni passati la scuola è rimasta chiusa in una sigla, la Dad, e in una presunta comodità: per i prof che facevano lezione da casa, per i ragazzi pronti ad alzarsi pochi muniti prima di accendere il pc. Anche se, a voler ascoltare i resoconti delle famiglie, il quadro aveva ben altri colori.

Quest’anno, dopo mesi di silenzio, alle due folcloristiche pennellate se ne sono aggiunte altre: quella dei mancati centimetri di magliette e pantaloncini e quella relativa ad una statistica, poi corretta, che voleva il 51% dei quindicenni incapace di comprendere un testo (notizia in seguito riformulata con il dato sceso sotto il 20%).

E’ evidente che il pianeta scuola non può stare dentro una scatola di quattro luoghi comuni e spiace non raccontarla abbastanza per il tanto che fa e che è. Un mondo di fatiche e bei lavori che resta in classe, noto a una ristretta cerchia di persone coinvolte.

A volte qualche eccellenza rompe il velo del silenzio: capita con le competizioni vinte a livello nazionale come le olimpiadi di matematica, o filosofia o di altre materie che hanno visto affermarsi anche ragazzi del nostro territorio; regalano volti alle colonne della cronaca, poi l’attenzione svanisce.

Fa specie, ad esempio, che non si sia impegnato un po’ di tempo (in tv) e di spazio (nei giornali) per annunciare che proprio una scuola italiana ha vinto le Olimpiadi europee di statistica (European statistics competition) organizzate da Eurostat (l’Istat europeo). Al primo posto infatti, il 3 giugno, si sono qualificati gli studenti dell’Istituto Giotto Ulivi di Borgo San Lorenzo (Fi) con il progetto “Giottistica,” grazie al quale prima hanno superato la fase di sfide nazionali e poi anche quella europea. I ragazzi italiani si sono affermati nella categoria 14-16 anni, mentre per la categoria 16-18 anni hanno vinto i bulgari. Entrambi saranno premiati a Madrid il 27 giugno: si sono imposti su 66 squadre partecipanti di 17 diversi paesi. Il tema, unico per tutti, era quello dell’ambiente, da sviluppare attraverso un format giovane, un video, ma con l’obbligo di servirsi e di attingere a fonti statistiche al fine di renderle i numeri parte integrante del lavoro. Il video italiano, girato nel Parco delle foreste casentinesi, ha meritato la vittoria con la seguente motivazione: La giuria ha apprezzato il focus chiaro e netto… il formato accattivante… la narrazione molto coinvolgente e l’eccellente uso delle statistiche” (si può vedere su You Tube https://bit.ly/3zjY5Pe).

Che i più giovani siano molto sensibili all’ambiente ce lo avevano già suggerito Greta, i suoi tanti seguaci e i venerdì per l’ambiente (Friday for future) che hanno mostrato al mondo quanto i giovani, ereditieri del pianeta, siano intenzionati a non riceverlo troppo malandato. Attenzione confermata anche da un’indagine, riportata dal Sole 24 ore del 9 giugno: la “Millennial e Generazione Z, survey 2022”. Una ricerca, condotta su 23mila giovani appartenenti alla Generazione Z (nati tra 1995 e 2003) e Millennial (nati tra 1983-94), ha rivelato che le prime tre preoccupazioni dei ragazzi sono: l’ambiente e il cambiamento climatico (39,5%); la disoccupazione (31,5%); il carovita (27%). Dati e temi che parlano di menti attente e occhi ben aperti sul mondo.

E’ così che dovremmo guardare anche noi ai giovani studenti: fiori da far sbocciare nutrendoli del meglio di cui disponiamo, non rampicanti da potare e legare a un tutore perché non creino troppo disordine. Per romantica che appaia la visione non è poi troppo lontana da quella di uno piuttosto ferrato in materia di educazione come don Lorenzo Milani: “Non ho retto i giovani con doni speciali di attrazione. Sono stato solo furbo. Ho saputo toccare il tasto che ha fatto scattare i loro più intimi doni. Io ricchezze non ne avevo. Erano loro che ne traboccavano e nessuno lo sapeva” (Esperienze pastorali).

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