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Giovedì santo: la messa crismale in concattdrale San marco in Pordenone

Il Vescovo Giuseppe Pellegrini: Al centro del nostro cammino sacerdotale ci sia l’ascolto degli altri che siamo chiamati a servire. Alla messa presente anche il Vescovo Emerito SE mons. Poletto, tutti i sacerdoti e diaconi e religiosi/e della Diocesi. Ricordati i sacerdoti di cui ricorrono gli anniversari di ordinazione. 

Giovedì santo: la messa crismale in concattdrale San marco in Pordenone

All’interno del cammino sinodale, desidero porre l’accento sull’ascolto degli altri, di chi ci sta accanto, di chi incontriamo e siamo chiamati a servire": è il tema che il Vescovo Pellegrini ha sviluppato nell’omilia del Giovedì santo, dedicata ai "Ministri ordinati", definiti: "Uomini dell’ascolto degli altri, con lo sguardo di Dio!".
Uno dei temi generatori è "lo sguardo": quello degli uditori nella sinagoga di Nazaret (Luca 4,20): ’Viene da chiederci: ’Come lo hanno guardato? Cosa si aspettavano da lui? Il loro sguardo era benevolo oppure lo guardavano con sospetto e con pregiudizio?’".
Gesù ha una grande capacità di entrare in sintonia con ognuno. Aiuta a comprendere che: "la lampada del corpo è l’occhio; perciò se il tuo occhio è semplice, tutto il corpo sarà luminoso; se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso" (Matteo 6,22-23). Suggerisce: "soffermiamoci a considerare gli sguardi che Gesù aveva sulle persone, perché Vangelo non sono solo le parole, ma anche i suoi gesti e il suo sguardo. Gesù ci "aiuterà nell’esercizio del nostro ministero pastorale e contribuirà pure a rendere le nostre comunità più attente ad ogni persona".
Il presule invita a contemplare "l’incrocio di sguardi tra Zaccheo che desiderava vedere Gesù e Gesù che vede le sue paure e fragilità. Come lo sguardo del padre che scrutando l’orizzonte, aspetta e guarda se arriva il figlio prodigo (Mt 15,20), e lo sguardo amorevole che offre il perdono a Pietro che lo ha rinnegato (Mt 22,61). Nella parabola del buon Samaritano, Gesù ci mette in guardia contro l’indifferenza e ci chiede di lasciarci coinvolgere e di capire gli altri, andando loro incontro senza continue giustificazioni. Il samaritano guardò con occhi sinceri, cercò e trovò chi era nel bisogno. Il vero dolore è passare e non accorgersi delle sofferenze degli altri. Significativo e pieno di speranza l’invito del Risorto ai discepoli a guardare e contemplare le sue piaghe (cfr 24,39) e, nell’Ascensione, a non fermarsi a guardare il cielo, ma riconoscerlo presente nel mondo. "Il Signore ci insegni a guardare le persone come Lui, con uno sguardo d’amore, di compassione, di misericordia" (…).
"Anche noi siamo chiamati a guardare Gesù, a guardarlo fisso negli occhi, consapevoli che ogni relazione umana, ogni ascolto vero della gente ha nello sguardo un prezioso alleato".
Quanto è stato importante, nella pandemia, guardare e comunicare con gli occhi e lo sguardo, non potendolo fare col sorriso. "Spesso tutto dipende da come fissiamo e guardiamo chi ci sta davanti (…).
Per ascoltare è necessario credere nell’altro, credere in quello ha da dirci: non banalità, ma qualcosa di importante che arricchisce. Lo stile di Gesù ci insegna che, per comunicare con le persone, per entrare in sintonia con loro, è necessario accompagnare l’ascolto con uno sguardo accogliente e benevolo".
Con la proposta di Papa Francesco (11 ottobre 2021), il Vescovo propone di edificare una Chiesa sinodale, consapevole che "ascoltare è più che sentire. È un ascolto reciproco, nel quale ciascuno ha qualcosa da imparare (…). È uno degli aspetti vitali della Chiesa in uscita, che sa mettersi in cammino tra le persone: la sua ragione d’essere è l’annuncio e la testimonianza del Vangelo".
Invita a riflettere: "Quante persone incontriamo ogni giorno, ascoltandole veramente? Sentire non è lo stesso che ascoltare. L’ascolto è caratterizzato da una scelta precisa, grazie alla quale si decide di ascoltare attraverso l’attenzione, la sensibilità, l’intelligenza e il cuore".
Tra le virtù che connotano l’ascolto, egli segnala "la mitezza e l’umiltà di cuore di Gesù: grazie a queste, Egli incontrava la persona e non il personaggio. La mitezza e l’umiltà di cuore permettono di essere liberi di fronte agli altri, donando loro la libertà. L’umiltà è una scelta che ci pone sotto lo sguardo di Dio, ci fa essere in relazione, contenti di aver Dio come creatore, che sostiene la nostra vita. Contenti di essere salvati da Lui. L’umiltà ci fa comprendere che abbiamo bisogno degli altri, in quanto membra dello stesso corpo, come ricorda san Paolo: ’Se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui’ (1Corinti 12,26). Ascoltare con il cuore è il titolo che Papa Francesco ha dato al messaggio per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni sociali 2022. ’Dalle pagine bibliche - ricorda il papa - impariamo che l’ascolto non ha solo il significato di una percezione acustica, ma è essenzialmente legato al rapporto dialogico tra Dio e l’umanità’".
Rivolgendosi ai presbiteri dice: "le caratteristiche del prete che ascolta il popolo di Dio, nascono da un ascolto ospitale, discreto, ma potente in quanto, se il consacrato possiede l’amore dell’ascolto, diventa uno strumento trasformativo. Poniamoci alla scuola dell’ascolto per imparare ad ascoltare, nell’esercizio del nostro ministero. Esso è basato sull’empatia. L’ascolto umano crea spazi di umanità, se sappiamo cogliere il contenuto espresso e i sentimenti che lo accompagnano. L’ascolto richiede rispetto che accoglie e riconosce le diversità dell’altro; richiede di tenere a bada i propri schemi mentali. L’empatia, nel suo significato teologico, spiega che con essa si rende presente la comprensione di Dio per l’umanità, che ha raggiunto il suo vertice in Cristo. In essa si rispecchia la relazione di Dio con gli uomini, un Dio compassionevole e misericordioso. Da qui si traggono indicazioni per un ascolto efficace. A volte si crede di ascoltare, ma spesso accade che si rifiuta ciò che viene detto, perché non suona bene alle nostre convinzioni. Saper ben ascoltare, può portare ad aprire la mente a nuove idee e soluzioni. Chi parla, sentendosi ascoltato, tenderà a migliorare il suo modo di comunicare. Il buon ascolto porta al dialogo libero da giudizi e pregiudizi, nella considerazione positiva dell’altro, capace di trasmettere stima e rispetto per l’altrui dignità. Può capitare anche a noi, quanto ha detto Gesù ai discepoli: ’Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite?’ (Marco 8, 17-18). Queste parole ci aiutano a capire che, per vedere oltre, bisogna impegnarsi, per capire e ascoltare bisogna volerlo".
Ha concluso ringraziando i presenti e quanti - laici, missionari e consacrati e religiose -, contribuiscono ad edificare un cammino sinodale, nella vita quotidiana.
sintesi a cura di L.C.

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