Don Loris Vignandel e il prossimo progetto per Chipene
Partito a Pasquetta 2018 don Loris Vigandel, sacerdote fidei donum nella missione diocesana di Chipene in Mozambico, dopo nove mesi ha fatto ritorno per la prima volta a gennaio e, dal 12 febbraio è rientrato in Africa. Ecco il prossimo progetto: un Lar maschile
Partito a Pasquetta 2018 don Loris Vigandel, sacerdote fidei donum nella missione diocesana di Chipene in Mozambico, dopo nove mesi ha fatto ritorno per la prima volta a gennaio e, dal 12 febbraio, è nuovamente ripartito. "Come sacerdoti fidei donum - ha spiegato - siamo impegnati a far camminare Chipene con le proprie gambe, ma anche a collegare la diocesi di Concordia - Pordenone con Chipene, per questo per noi è importante tornare una volta l’anno. Io e don Lorenzo Barro ci turniamo in modo da non far mancare mai la nostra presenza".
Qual è l’impegno primo?
La formazione dei laici. Presenza fondamentale sia per le dimensioni di Chipene, sia in vista appunto di un futuro cammino in autonomia della parrocchia.
Ce ne ricordi le dimensioni?
La parrocchia di Chipene è grande come la nostra Diocesi di Concordia-Pordenone.
E in quanti siete?
Due sacerdoti, io e don Lorenzo, più un seminarista e tre suore comboniane: Angeles e Paula spagnole, Maria italiana di Santa Lucia di Piave.
Ma come fate?
La parrocchia è divisa in sei Regioni, 26 zone e 135 comunità. Ciascuna ha una sua struttura e referenti relativi. Per questo la formazione di laici capaci di gestire i vari settori della pastorale è fondamentale. Noi sacerdoti arriviamo quando possiamo.
Gli spostamenti sono lunghi?
Da Nord a Sud abbiamo distanze fino a 85 chilometri; da Est ad Ovest dai 30 ai 60 chilometri.
Gli impegni primi?
La visita alle comunità, considerati chilometri e le non strade, ci porta via tanto tempo. Partiamo all’alba e torniamo a notte con il pick up che è stato un obiettivo della raccolta missionaria della quaresima 2018 e ci è davvero di grande utilità. Diciamo che partiamo in due e, cammin facendo, il cassone si riempie fino a ventina di persone.
E poi?
La formazione dei laici, come detto.
Ma quanti sono e come li formate?
I laici che coadiuvano i sacerdoti sono 1.503 per 5/6 missionari. Facciamo dei corsi sia livello diocesano che a livello parrocchiale. Prepariamo quelli che chiamiamo gli anziani, non in senso anagrafico. Sono le figure di riferimento, coloro che fanno da ponte tra parrocchia e comunità e, quando non arriva il prete, tengono la liturgia della parola. I corsi di formazione li teniamo in parrocchia, durano di solito tre giorni perché serve del tempo per trattare gli argomenti e perché c’è la distanza dai villaggi a noi. Anche se il popolo macua è abituato a camminare tantissimo, anche 30-40 chilometri al giorno. Loro lasciano i campi per essere presenti. Tocca a noi anche accoglierli: infatti è in costruzione il centro-dormitorio. Oltre a questo impegno, teniamo quattro Consigli Pastorali l’anno. E naturalmente la parrocchia ha tutta l’attività pastorale propria: celebrazioni, battesimi, comunioni, cresime...
Quanti bambini battezzate?
Non solo bambini, innanzitutto. Infatti i piccoli di genitori cristiani vengono normalmente battezzati come qua. Poi dagli 11 anni in sù, invece, si richiede un cammino di preparazione di tre anni che culmina con la ricezione del sacramento. Sui quanti: nell’ultima cerimonia di novembre avevamo 62 battezzandi. Alle cresime del 16 dicembre i cresimandi erano sui 400.
Nella prossima quaresima come potremo aiutarvi?
Abbiamo un Lar ( un collegio) femminile che accoglie una quarantina di ragazze. L’obiettivo è di realizzarne anche uno maschile. Questo sarà il progetto per la quaresima 2019.
Aggiungo una cosa: ringrazio tutti coloro che ci sostengono, le comunità che mi hanno accolto in questo mese in Italia, l’Azione cattolica per il calendario Chipene 2019 e la mia famiglia.
Simonetta Venturin
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